Bambini siriani in Libano: una generazione di apolidi senza diritti

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Di Selene Verri
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Le difficoltà di registrazione dei profughi siriani nati in Libano fanno sì che circa 50 mila bambini risultino clandestini e apolidi. Una delle ricadute delle guerre in Siria, che sta generando migli

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50 mila bambini siriani clandestini e apolidi: è la stima dell’Onu per il solo Libano, paese che ospita il maggior numero di profughi pro capite al mondo, ma che non è firmatario della Convenzione di Ginevra sui rifugiati: l’installazione di campi Onu non è quindi autorizzata.

Dal 2011, 70 mila piccoli siriani sono nati qui, per la maggior parte non sono stati registrati. Come Nour, sette mesi di vita.

“Un bambino non registrato rimarrà apolide, qui e in Siria, – spiega la madre di Nour -. Se non possiamo registrarla qui, è un problema. Se andiamo in Siria e ci fermano per strada, non possiamo dimostrare che è nostra figlia. È un problema, perché anche se andiamo in Siria non è riconosciuta. È questo il nostro problema”.

Un problema che costringe la famiglia di Nour, come molte altre, all’esilio. Perché se provano ad attraversare la frontiera senza registrazione, rischiano di essere separati: la piccola resterebbe in Libano, non essendoci prova che sia figlia loro.

Ecco allora che cosa l’Onu consiglia di fare ai genitori per poter registrare i loro figli, entro il primo anno di vita altrimenti le cose si complicano: il primo passo è farsi rilasciare una notifica di nascita dall’ospedale o dall’ostetrica che ha assistito al parto. Con questo documento, i documenti d’identità dei genitori e il certificato di matrimonio, bisogna chiedere a un notaio un certificato di nascita, che può costare fino a 20 dollari. Infine, con il certificato di nascita i genitori dovrebbero poter registrare il bambino negli uffici dell’amministrazione libanese. Ma almeno nel 68 per cento dei casi questo non accade.

Perché nulla è facile per un profugo in Libano, dove le autorità temono che la registrazione di migliaia di sunniti metta in pericolo il delicato equilibrio tra le comunità. Il padre di un altro piccolo clandestino fa un esempio delle complicazioni burocratiche che lo bloccano: “Dicono che dobbiamo rinnovare i nostri documenti per poter registrare il bambino. Ma io e mia moglie non abbiamo uno stipendio da circa un anno, e per rinnovare il permesso di soggiorno abbiamo bisogno di almeno 400 dollari per me e 400 per lei. Quindi in totale ci servono circa mille dollari per registrare mio figlio”.

Problemi analoghi si riscontrano in Giordania, Iraq e Turchia. È così che la guerra in Siria sta creando nel Medio Oriente una generazione di apolidi, senza diritti all’istruzione, alla sanità, al lavoro. E più a rischio di finire vittime di abusi o di traffici illeciti.

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