Indiana, il penultimo miglio per Trump e Clinton

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Lo scenario che si delinea ormai è chiaro, sarà Hillary Clinton contro Donald Trump: i candidati che si contendono le primarie nei rispettivi partiti sono ormai considerati come gli avversari ufficial

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Lo scenario delinea ormai è chiaro, sarà Hillary Clinton contro Donald Trump: i candidati che si contendono le primarie nei rispettivi partiti sono ormai considerati come gli avversari ufficiali delle presidenziali l’8 novembre prossimo.

Clinton: “L’altro giorno Mr. Trump mi ha accusato di giocare la carta “donna”. Se lottare per la sanità per le donne, per la maternità e per la parità di salario significa giocare la carta “donna”, allora contaci”.

Trump: “Farò molto meglio di Hillary Clinton per le donne, molto meglio. Sulla salute, ad esempio e sapete su cosa ancora? Sulla protezione del nostro Paese. Perchè questo è il punto uno, due e tre, dobbiamo proteggere il nostro Paese”.

Clinton ha saputo finora ribattere colpo su colpo agli attacchi del suo avversario Repubblicano, ma deve ritoccare il suo messaggio se vuole convicere gli indecisi. E sono tanti, ad esempio gli operai sedotti dai discorsi protezionistici di Donald Trump.

Forte dei 2165 delegati conquistati, la nomination della Clinton è ormai un fatto, poiché si trova a un soffio dai 2383 necessari. Trump dal canto suo ha il vento in poppa e si vede già in sella nella corsa contro l’avversaria Democratica: “Non so se lo avete sentito, perché la stampa non ve lo dirà ma secondo un nuovo sondaggio Rassmussen che è uscito poche ore fa, io sto battendo Hillary Clinton e questo va bene va bene, la stiamo battendo”.

Il Donald conta su 996 sui 1237 delegati necessari per centrare la nomination repubblicana. A questo punto della corsa lo Stato dell’Indiana è cruciale, perché fornisce 57 delgati ai Repubblicani e 83 ai Democratici, più nove superdelegati che, alla convention di Philadelphia, in luglio, si avvalgono di libertà di voto .

Sicura della vittoria su Bernie Sanders, la Clinton cerca già di fare il pieno anche dei consensi dell’avversario democratico, per diventare a tutti gli effetti l’erede di Barack Obama. “Il candidato dei Repubblicani ha appoggiato il movimento di opinione che mette in dubbio il certificato di nascita di Obama, nel tentativo di screditare il Presidente. Non possiamo lasciare che l’eredità di Barack Obama finisca nelle mani di Donald Trump”.

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