La riconquista di Palmira da parte dell’esercito siriano, appoggiato dai bombardamenti aerei di Mosca, rappresenta una cocente sconfitta per
La riconquista di Palmira da parte dell’esercito siriano, appoggiato dai bombardamenti aerei di Mosca, rappresenta una cocente sconfitta per l’autoproclamato Stato Islamico. Per i jihadisti è la perdita più importante in Siria dopo la liberazione di Kobane nel gennaio dell’anno scorso, mentre per il regime di Assad significa riprendere il controllo del deserto e poter avanzare verso la frontiera con l’Iraq. Da qui è ora possibile lanciare operazioni contro le roccaforti di Isil a Raqqa, verso nord, e Deir Ezzor, a est.
A cambiare le carte in tavola è stato l’intervento dell’aviazione russa, impegnata da settembre ad attaccare le postazioni dei nemici di Assad, e l’appoggio dei combattenti di Hezbollah e dei militari iraniani.
È così che il 12 gennaio scorso il regime ha messo le mani su Salma, roccaforte di al Nusra nel governorato di Latakia, e poco dopo su Rabia, ultimo baluardo dei ribelli nella zona, e su Sheikh Masin, un crocevia strategico che collega Damasco a Suweida, entrambe ancora sotto il controllo delle truppe lealiste. Per conquistare le tre città ci sono volute meno di due settimane.
Dopo Sheikh Masin, tocca a Ataman, strappata ad al Nusra il 5 febbraio. Venti giorni dopo il regime annienterà Isil a Khanasser. L’importanza strategica di Khanasser è dovuta alla sua collocazione, su un asse che collega le zone di Aleppo e quelle del centro del paese in mano ad Assad.
Nel frattempo, il sedicente Stato Islamico subisce pesanti sconfitte anche dall’altro lato della frontiera, in Iraq, come quella di Tikrit alla fine di marzo dell’anno scorso.
A novembre perde Sinjar, la città a maggioranza yazida, riconquistata dai peshmerga curdi con l’aiuto degli aerei della coalizione. I jihadisti si ritrovano così privati di un importante collegamento fra Iraq e Siria.
A febbraio a crollare è Ramadi, ripresa dall’esercito iracheno dopo settimane di combattimenti. Città sunnita, Ramadi è il capoluogo della provincia di al Anbar, d’importanza strategica perché confinante con la Siria.
E potrebbe avere ormai i giorni contati anche Mosul, roccaforte di Isil nel nord dell’Iraq: è qui che si concentra in questi giorni l’offensiva di Bagdad, con l’appoggio aereo della coalizione internazionale.