Degli oltre 12.000 profughi di Idomeni circa la metà sono donne e bambini. Nisrine Shiko, una rifugiata siriana, si trova qui da dieci giorni con i
Degli oltre 12.000 profughi di Idomeni circa la metà sono donne e bambini.
Nisrine Shiko, una rifugiata siriana, si trova qui da dieci giorni con i suoi cinque bambini. Tre anni fa ha perso il marito, ucciso da una bomba ad Aleppo. Con i suoi bambini Nisrine sopporta le condizioni precarie del campo profughi: “È dura. Prima facevo la casalinga e mio marito rappresentava tutto per me. Ora sono madre e padre allo stesso tempo”.
Bambini a piedi nudi, con i vestiti umidi a causa della pioggia: una delle situazioni peggiori mai osservate, secondo l’Ong “Save The Children”.
“È difficile con cinque bambini”, prosegue Nisrine. “Ieri quando ha piovuto i miei figli erano fradici. Anche le coperte erano fradice. Ho asciugato i bambini e li ho messi a letto. Da quel momento non ho dormito”.
Chi non ha trovato riparo in una tenda di fortuna, dorme all’aperto. Alcuni genitori bruciano la plastica, a volte dei vestiti per riscaldare i più piccoli. Decine di bambini sono gravemente malati, molti hanno problemi respiratori, una trentina sono stati ricoverati negli ospedali di Kilkis (a 60 km di distanza) e Salonicco (a 100 km).
#instantané Des enfants s'amusent dans la boue, dans un camp de réfugiés à la frontière gréco-macédonienne #AFPpic.twitter.com/UOETv2C5yA
— Agence France-Presse (@afpfr) 11 mars 2016