Campione degli ultraconservatori, Ted Cruz, classe 1970, punta a concentrare su di sé i voti di cristiani evangelici, destra religiosa e Tea Party. In Iowa, dove ha prevalso su Donald Trump, aveva assaporato il gusto dolce della vittoria.
“Oggi ha vinto la gente, hanno vinto gli impavidi conservatori dell’Iowa. Che Dio vi benedica”.
Versione meno controversa di Trump, Cruz incarna l’anima ultra conservatrice americana, quella eleggibile.
Eletto senatore del Texas nel 2012 con l’appoggio del Tea party, Raphael Edward Cruz pensava che la sua ascesa si arrestasse qui.
Ce n’era abbastanza. Forse. Ma forse no.
Nato in Canada da padre cubano e madre italo-irlandese, dopo gli studi a Harvard e Princeton è diventato avvocato ma la sua passione è la politica, cui si dedica da sempre.
Uno dei suoi bersagli preferiti è il cosiddetto “establishment” politico, quelli che stanno a Washington – Repubblicani compresi – e che secondo gli ultra-conservatori per questa ragione si sono “rammolliti”
“Non c‘è niente che spaventi di più i politici delle critiche dei propri elettori. La libertà è al sicuro se questi hanno paura”.
Va fiero del fatto che nel 2013 fece ostruzionismo a oltranza per bloccare la riforma sanitaria di Obama, parlando per 21 ore e 19 minuti.
“Ufficializzo la mia discesa in campo per le presidenziali del 2016”.
Nel marzo dell’anno scorso aveva anticipato tutti i suoi rivali annunciando a sorpresa la sua candidatura molto prima del previsto.