Insegnante motivato, studente felice

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Quando si parla di migliorare l’istruzione, gli insegnanti si trovano ovviamente al centro del dibattito – ma ripensare l’approccio e cambiare metodo

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Quando si parla di migliorare l’istruzione, gli insegnanti si trovano ovviamente al centro del dibattito – ma ripensare l’approccio e cambiare metodo è difficile. In quest’edizione abbiamo trovato due importanti progetti che stanno motivando gli educatori a sfruttare al meglio le proprie capacità.

Inspired Teaching negli Usa: alimentare la curiosità naturale del bambino

L’insegnante che serve ai suoi studenti informazioni premasticate è un’immagine antiquata, e la maggior parte degli esperti vuole che sparisca. In che modo le scuole possono incoraggiare il pensiero critico? Negli Stati Uniti un istituto sta aiutando studenti e insegnanti a trovare l’ispirazione.

È l’“Inspired Teaching Demonstration School”:http://www.inspiredteaching.org/ di Washington DC, una scuola sperimentale per bambini di età compresa fra i 3 e i 13 anni. Il metodo prevede che l’insegnante serva da supporto all’apprendimento degli studenti, per permettere ai ragazzi di esprimere tutto il loro potenziale.

La preside Deborah Dantzler William spiega: “Ogni decisione è fatta partendo dal principio che ogni bambino ha delle doti e una curiosità naturale. Che cosa è meglio per i bambini? Da cosa capiscono che sono rispettati? Come possiamo dar loro voce e dare peso alle loro voci nell’aula?”

L’insegnamento è organizzato in piccoli gruppi, con più insegnanti in ogni classe. Anche i bambini più piccoli sono visti come partner, come futuri adulti e cittadini responsabili. Gli insegnanti si pongono spazialmente sullo stesso livello degli studenti, creando un’atmosfera di fiducia e rispetto. Come gli insegnanti rispettano le scelte degli studenti, così gli studenti accettano la responsabilità di dare il meglio di sé.

La componente chiave di questo tipo d’insegnamento è la riflessione. L’insegnante spinge gli studenti a riflettere sul loro lavoro e la scuola spinge gli insegnanti a riflettere sulle proprie pratiche, sui propri risultati e su che cosa manca ancora da fare.

Questo processo di autovalutazione comporta il riesaminare in continuazione il processo di apprendimento, ciò che viene appreso, gli approcci che vengono provati, soprattutto da parte del docente.

Jon Berg, insegnante elementare, sostiene di aver trovato nell’Inspired Teaching School “un luogo dove pensare fuori dagli schemi e insegnare ai miei studenti nel modo migliore, nel modo che ritenevo necessario. Quando gli studenti si sentono presi sul serio, su una base di uguaglianza, e si rendono conto che il loro punto di vista e la loro voce hanno importanza, si sentono protetti e non hanno più paura di rischiare e fare errori”.

Perché fare errori non è una tragedia, sbagliare è umano. Gli insegnati vengono formati a far passare questo messaggio. Gli studenti così si sentono a loro agio e hanno il coraggio di farsi avanti. Il risultato è che i ragazzi non solo sviluppano una familiarità con i contenuti, ma ne raggiungono una comprensione profonda.

India: motivare gli insegnanti per rivoluzionare l’insegnamento

Nell’insegnamento la motivazione è fondamentale. In molti paesi in via di sviluppo però si riscontra una preoccupante mancanza di devozione alla professione. In India, per esempio, ogni giorno un insegnante su quattro è assente. Un movimento sta cercando di cambiare le cose stimolando gli insegnanti a diventare protagonisti di una rivoluzione.

Ci sono più di 300 milioni di bambini nei paesi in via di sviluppo che vanno a scuola ma non imparano nulla. Gli insegnanti in teoria sarebbero nella posizione di dare una svolta a questa crisi dell’apprendimento, ma nella pratica non sono né motivati né attrezzati per farlo in modo efficace. Un’eccezione è Rashmi Misra, insegnante d’inglese, che ama il suo lavoro e lo prende molto sul serio: “Mi sono comprata un computer portatile solo per la scuola – dice -, perché ero molto motivata. Lo porto in classe ogni giorno. Vedo risultati tali nei bambini che mi dico che avrei dovuto farlo molto prima”.

Rashmi Mishra fa parte del movimento sviluppato da Stir Education. Stir trova all’interno del sistema scolastico insegnanti con un potenziale innovativo, e li forma creando network locali, per sostenere la diffusione delle loro tecniche d’insegnamento.

“Nessuno dà peso agli insegnanti – lamenta il fondatore di Stir Education, Sharath Kumar Jeevan -. Spesso pensiamo a loro come a un problema, non una soluzione. Vogliamo cambiare quest’immagine e dar loro fiducia, renderli il motore della trasformazione nella loro professione”.

“Stir ci ha fornito una piattaforma che ci motiva – conferma Rashmi Mishra -, gli insegnanti migliori ricevono un certificato che viene consegnato su un grande palco. Questi insegnanti sono motivati e, vedendoli, anche altri insegnanti si sentono motivati a dare il meglio di sé”.

In totale sono 12 mila gli insegnanti che fanno parte della rete di Stir Education, con un impatto su mezzo milione di bambini in diversi stati dell’India e anche in Uganda. I docenti che fanno parte di un network locale si scambiano idee e discutono dei problemi incontrati nelle loro classi. Alcuni hanno creato gruppi Whatsapp per discutere fra loro.

Vandana Gupta racconta la sua esperienza: “Quando sono arrivata in questa scuola, gli studenti erano spenti. Arrivavano, si sedevano, copiavano quel che c’era scritto alla lavagna, si distraevano e non facevano attenzione a quel che insegnavo. Questo mi faceva stare male. Quando è cominciato il programma Stir, ho adottato nuove tecniche d’insegnamento, come questa, in cui i bambini formano parole e frasi con delle immagini. Non ricevo finanziamenti, lo faccio da sola, perché amo quello che faccio”.

Il movimento creato da Stir permette ai docenti di scambiarsi idee nuove e creative per i loro studenti. E i risultati si vedono.

Stir lavora in partenariato con i governi locali. Il governo del più grande stato indiano, l’Uttar Pradesh, ha integrato il metodo Stir nel suo programma di formazione degli insegnanti.

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