Si aprono oggi le urne nello New Hampshire, seconda tappa nel lungo cammino che porterà alle presidenziali di novembre negli Stati Uniti, e primo
Si aprono oggi le urne nello New Hampshire, seconda tappa nel lungo cammino che porterà alle presidenziali di novembre negli Stati Uniti, e primo voto tradizionale per i democratici e i repubblicani dopo i caucus dell’Iowa.
Gli ‘outsiders’ sono dati favoriti dai sondaggi. Sia in casa repubblicana con Donald Trump sia in casa democratica. Bernie Sanders, il candidato più anziano nella corsa alla Casa Bianca, sa bene che uno scivolone – come quello di una sua sostenitrice durante un comizio, per fortuna senza conseguenze – è sempre in agguato.
Sebbene il suo vantaggio su Hillary Clinton sia piuttosto solido, l’ex-first lady è nota per la sua perseveranza. Secondo il marito Bill, intervistato dal nostro corrispondente durante il comizio a Manchester, la tattica di Sanders, che demonizza Hillary come candidata dal potere costituito, è segno di una campagna deteriore.
“È pazzesco il suo approccio” dice Bill Clinton. “Si possono aver opinioni diverse e spiegare il perchè. Invece, al posto di dire “lei si sbaglia ed ecco il motivo”, che è il metodo della democrazia, si tira fuori la parola nera ‘establishment’ e questo dovrebbe impedire che si facciano domande. È un brutto segno”.
Discorso tanto più valido per i repubblicani che, nelle ultime ore prima del voto, si dedicano allo scambio di insulti reciproci, come accaduto tra Trump e l’ex-governatore della Florida Jeb Bush.
Stefan Grobe, corrispondente di euronews: “Il fatto che Hillary fatichi ad imporsi in New Hampshire è una della grosse sorprese di questa campagna. Ha un’emorragia di voti tra i giovani, tra le donne. Ma è una tosta, e si fa più competitiva quando è costretta sulla difensiva”.