I colloqui di pace sulla Siria in corso a Ginevra si annunciano fragili. Da Damasco sono arrivati 16 delegati ma a fare rumore è l’assenza dei
I colloqui di pace sulla Siria in corso a Ginevra si annunciano fragili. Da Damasco sono arrivati 16 delegati ma a fare rumore è l’assenza dei principali gruppi dell’opposizione siriana riuniti sotto la sigla dell’Alto Comitato per i Negoziati (HNC). Per partecipare hanno posto delle condizioni: l’ingresso degli aiuti umanitari nelle città assediate e il cessate il fuoco.
“Queste discussioni fanno parte della risoluzione approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che prevede l’avvio dei colloqui intra-siriani. L’Onu ha invitato tutti i componenti dell’opposizione. Questo è l’unico modo per andare avanti, anche se le opposizioni arriveranno in ordine sparso”, spiega Qadri Jamil, ex vice premier di Damasco.
Negoziati dall’esito incerto con la Turchia che continua a chiedere l’esclusione di Assad e dei curdi e la Russia che invece insiste sulla loro partecipazione. Erdogan alza la voce contro Mosca: è sua la responsabilità del passo indietro dell’opposizione moderata ai colloqui di Ginevra.
“Sfortunatamente la promessa fatta non è stata rispettata. I continui attacchi aerei russi nella regione rappresentano un problema per l’opposizione”, ha detto Erdogan.
L’obiettivo dei negoziati di Ginevra, che dovrebbero durare sei mesi, è quello di fermare una guerra che da marzo 2011 ha fatto oltre 260mila morti e milioni di rifugiati. Sono oltre 5 milioni solo quelli fuggiti all’estero.