Myanmar: i neoeletti in aula

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In Myanmar il nuovo parlamento si insedierà lunedì. Tra i neoeletti, molti sono novizi della politica. A tirar le fila del nuovo discorso democratico

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In Myanmar il nuovo parlamento si insedierà lunedì.
Tra i neoeletti, molti sono novizi della politica.
A tirar le fila del nuovo discorso democratico sarà il Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, il cui partito, la Lega nazionale per la democrazia, con una maggioranza pari all’80% dei seggi, può determinare il nuovo corso dell’ex Birmania .

Ieri, il presidente Thein Sein, eletto nel 2011, si è congedato anche se resterà in carica fino alla fine di marzo, quando si terranno le presidenziali.

Figura poco trasparente, Thein Sein ha comunque permesso che il Paese potesse voltare pagina, dopo più di cinquant’anni di dittatura militare, consentendo le prime elezioni libere, nel novembre dell’anno scorso.

Senza brogli la vittoria di Aung San Suu kyi, era inevitabile.

Il prezzo pagato dalla lady di Rangoon per arrivare fin qui è stato altissimo, 20 anni di arresti domiciliari, che lei comunque ha preferito all’esilio, tenendo testa al generale Than Shwe e alla sua giunta militare.

Non più tardi di sei anni fa pareva impossibile che Aung San Suu Kyi,potesse aspirare al ruolo di premier e formare un governo. Cosa che invece farà a partire dalla settimana prossima.

Con la Costituzione attuale invece non può aspirare al ruolo di presidente, perché un articolo lo vieta a chiunque abbia sposato uno straniero.
Non solo, dovrà comunque scendere a patti con l’esercito, visto che questo detiene il 25% dei seggi in parlamento e ha diritto di nominare i ministri di tre dei più importanti dicasteri.

Aung San Suu Kyi ha già dato prova di buona volontà, scrivendo al capo delle forze armate e proponendo un incontro in nome della riconciliazione nazionale.

Dopo 50 anni di giunta militare e di una via birmana al socialismo in realtà mai imboccata, il Paese è sull’orlo del collasso.

Ritrovare la giusta velocità e una certa stabilità economica e sociale non sarà semplice neanche per la lady di Rangoon.

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