A seguito degli attacchi, viva è la preoccupazione anche in seno alla comunità musulmana a Parigi, causa l’impatto che le azioni terroristiche
A seguito degli attacchi, viva è la preoccupazione anche in seno alla comunità musulmana a Parigi, causa l’impatto che le azioni terroristiche possono avere nella loro quotidianità.
Siamo a Barbès, vasta area multietnica a nord della capitale, dov‘è insediato un gran numero di musulmani.
Il quartiere, notoriamente animato, sembra intorpidito dagli eventi: qui incontriamo alcuni abitanti, i quali, indignati, prendono nettamente le distanze da quanto accaduto.
“Così è difficile per le persone come me trovare un lavoro – dice Rachid, marocchino che è qui da 30 anni -; mi piacerebbe dare un consiglio a tutti i nordafricani ed a tutti i musulmani: occorre solidarietà, occorre dimostrare contro tutto ciò che queste persone stanno facendo”.
Nel quartiere sono in tanti a temere ripercussioni sulla comunità, a cominciare proprio da un inasprimento delle proprie condizioni di vita.
“Non sono mai stato perquisito prima, da quando sono arrivato qui nel 2000 – afferma invece Mustapha -, ieri invece mi è stato chiesto ‘Cos’hai in tasca, cosa c‘è nella borsa?’: mi sono sentito umiliato, perché dopo 15 anni ormai mi sento, almeno in parte, francese”.
“È davvero vergognoso – dice infine Wahid -, stanno sporcando l’immagine del Islam, che è proprio l’opposto, non quello che costoro hanno fatto”.
In una zona maggiormente agiata, nei pressi della Grande Moschea, troviamomeno movimento del solito, ed anche meno persone disposte a parlare con noi.
“All’ora della preghiera, i fedeli erano scarsi e poco loquaci nella Grande Moschea di Parigi – conclude la nostra inviata -. I membri della comunità musulmana che abbiamo incontrato sono preoccupati e arrabbiati. Le loro parole non sono abbastanza dure per condannare chi ha commesso gli attacchi, tuttavia spronano la propria comunità ad esprimersi chiaramente contro il terrore diffuso nel nome dell’Islam”.