Quantitative Easing: basta la parola. Draghi accenna e i mercati volano

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Il governatore della BCE ipotizza un potenziamento delle politiche di stimolo e Abu Dhabi inaugura il suo centro finanziario internazionale: i nostri focus della settimana

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Questa settimana ci concentriamo sulle ripercussioni della riunione dei governatori della Banca Centrale Europea che ha avuto luogo a Malta e sulla nuova sfida in cui si è lanciata Abu Dhabi. Nonostante la BCE abbia mantenuto invariate le sue politiche, è bastato un intervento del suo governatore per dare un positivo impulso ai mercati europei: Mario Draghi ha lasciato intendere che a dicembre si potrebbe assistere a un potenziamento dei programmi di stimolo.

“Potenziamento degli stimoli”: basta la parola

La sola ipotesi di un potenziamento delle politiche di quantitative easing da parte della BCE è bastato per mettere le ali ai mercati. Poche parole appena e soprattutto un orizzonte temporale definito, dicembre, con cui il governatore Mario Draghi ha fatto sapere che la possibilità è concreta e le ipotesi allo studio di Francoforte sono molteplici.

“Sul tavolo c‘è anche un’ulteriore riduzione del tasso sui depositi – ha detto Draghi da Malta -. È uno dei tanti strumenti di politica monetaria a cui mi riferisco, quando dico che tutte le ipotesi sono state prese in considerazione”.

Come già in passato, a simili prospettive l’euro ha reagito in prima battuta con un’ondata di vendite. Allo scivolone che sul finire della settimana l’ha portato a registrare minimi sul dollaro che non si registravano da nove mesi ha però fatto da contraltare un’iniezione di fiducia sui mercati europei.

Pronunciato soprattutto il rimbalzo di Francorforte, che tra giovedì e venerdì ha chiuso con guadagni superiori al 5%. Il sorriso si preannuncia però contagioso: se il trend dei primi 8 mesi dell’anno sarà confermato, i nuovi stimoli potrebbero ridurre l’Euribor e rilanciare gli investimenti immobiliari.

Parola all’esperto

Per ulteriori approfondimenti su questi temi, come ogni settimana abbiamo con noi
da Abu Dhabi, Nour Eldeen Al Hammoury di ADS Securities.

Daleen Hassan, euronews
“Sul finire della scorsa settimana, le parole di Mario Draghi hanno dato un positivo impulso alle borse europee. Un trend destinato a durare? Quanto ha poi pesato la decisione della Cina di tagliare i tassi di interesse?”.

Nour Eldeen Al Hammoury, ADS Securities
“Come sempre i mercati hanno reagito solo alla prospettiva di nuovi stimoli da parte della BCE. Poco importa che si tratti di riduzione del tasso sui depositi o di incremento nell’acquisto di titoli di Stato. La BCE non ha però ancora deciso quali strumenti adottare. La reazione dei mercati è quindi al momento dettata non da ‘fatti’ concreti, ma da semplici aspettative. Ed è esattamente questo che mi preoccupa: il fatto che i numeri rivelino invece un terzo trimestre che per le imprese è stato deludente e un quarto che già si preannuncia al di sotto delle aspettative. Dal canto suo, l’intervento della Banca Centrale Cinese ha poi avuto un impatto limitato alle piazze asiatiche e a quelle cinesi in particolare”.

euronews
“Dopo il significativo calo dell’Euro a cui abbiamo assistito, cosa si attende ora? Prevede ricadute sul mercato valutario mediorientale?”.

Nour Eldeen Al Hammoury
“Qui in Medio Oriente abbiamo riscontrato un significante e immediato impatto delle parole di Mario Draghi. Già durante la conferenza stampa, al momento in cui ha ipotizzato un taglio del tasso sui depositi, l’Euro ha fatto registrare un volume di vendite molto importante. Vorrei però sottolineare che ciò a cui abbiamo assistito la scorsa settimana ricalca semplicemente quanto era già accaduto a settembre. Già allora la BCE aveva lasciato intendere l’adozione di nuove misure nei mesi a venire e l’Euro aveva reagito con uno scivolone per poi tornare a rialzare la testa. Più importante ritengo che sia al momento la prossima riunione della Federal Reserve: il fatto che difficilmente ne emergeranno interventi in favore del dollaro, credo che aiuterà l’euro a riguadagnare terreno”.

Abu Dhabi e un nuovo centro finanziario internazionale. L’obiettivo è diversificare

Un nuovo centro finanziario internazionale ha aperto le porte nel cuore di Abu Dhabi. Il progetto rientra nella strategia di diversificazione del governo per aprirsi a soluzioni alternative al petrolio e capitalizzare i vantaggi che la posizione strategica tra Londra e Tokyo potrebbe regalare a questo nuovo hub.

La corrispondente di euronews Rita Del Prete è andata sul posto per saperne di più. Ecco il tradizionale approfondimento della nostra Business Snapshot.

Abu Dhabi e le sue nuove sfide: l’imperativo è smarcarsi da Dubai

Una zona di libero scambio, dotata di un’amministrazione, una fiscalità e un sistema giudiziario indipendenti, cuciti su misura sui bisogni delle imprese (e dei capitali) internazionali. E’ quanto promette
l’Abu Dhabi Global Market che ha ufficialmente aperto le porte la scorsa settimana. Riassunto dagli addetti ai lavori nell’acronimo ADGM, il centro finanziario si concentrerà in un primo tempo su attività finanziarie e bancarie.

La presidenza è stata affidata ad Ali Al Sayegh, mentre l’apertura a Occidente si è già concretizzata nell’assegnazione a professionisti europei di alcune cruciali cariche nell’organigramma.

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Se la versione ufficiale è quella della diversificazione di strategie e investimenti, interrogativo che ci si pone ora anche al di fuori del sultanato è però soprattutto se la presenza di un simile – e già affermato – centro nella vicina Dubai non finirà per soffocarne lo sviluppo o scatenare addirittura una lotta fratricida.

“Abu Dhabi Global Market dovrà definire la propria identità rispetto al vicino Dubai International Financial Center – dice la corrispondente di euronews, Rita Del Prete -. Il Presidente Ahmed Al Sayegh afferma che c‘è spazio per entrambi e che i due centri finanziari si completeranno a vicenda, esattamente come i due poli finanziari asiatici, Singapore e Hong Kong”.

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