Atti di vandalismo a margine di una manifestazione oceanica a Città del Messico. La piazza accusa il governo di corruzione e incompetenza
Un anno senza risposte costella di violenze la marcia per ricordare i 43 studenti rapiti e scomparsi nella città messicana di Iguala. Il lancio di oggetti e vernice contro gli edifici del governo riassume l’esasperazione della folla scesa in piazza a Città del Messico.
Non temiamo governo e rappresaglie. Continueremo a batterci fino alla verità
Una “giornata d’indigazione” contro le falle di un’inchiesta, secondo molti rivelatrice di incompetenza e corruzione delle autorità, che ha visto sfilare migliaia di persone, riunite nel denunciare quello che i cartelli definiscono: “un anno di dolore, menzogne, repressione e morte”.
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— Nathaniel Janowitz (@ngjanowitz) 26 Settembre 2015
Nel mirino dei manifestanti, a città del Messico come a Chipalchingo, la capitale dello stato di Guerrero dove era avvenuto il rapimento, c‘è spesso un governo contro cui dicono di voler continuare a battersi, senza lasciarsi intimidire, fino a ottenere la verità.
Un anno fa a #Iguala, Messico il rapimento di 43 studenti. Politica, narcos e polizia restano quasi impuniti pic.twitter.com/Rqzx30CrQE
— Left (@LeftAvvenimenti) 26 Settembre 2015
La Commissione interamericana dei diritti umani ha contestato i risultati dell’inchiesta ufficiale, secondo cui i corpi dei 43 giovani sarebbero stati bruciati in una discarica. Pesanti le ombre che restano sul sindaco di Iguala e sua moglie, nota per la sua prossimità a una gang di narcotrafficanti.