Alle urne come allo stadio. A Barcellona sventola il tifo dei due schieramenti: bandiere spagnole da una parte e indipendentiste dall'altra
La bandiera regionale da una parte e il vessillo indipendentista sovrapposto a quello spagnolo dall’altra. La sintesi delle elezioni in Catalogna di questa domenica è appesa alle finestre dei palazzi di Barcellona: regionali da molti vissute con il trasporto di una partita di calcio, a cui la piattaforma guidata da Artur Mas ha promesso di far seguire, in caso di vittoria, la secessione da Madrid entro 18 mesi.
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— Junts pel Sí (@JuntsPelSi) 25 Settembre 2015
.@marianorajoy: "Hay que votar para comenzar una nueva etapa de normalidad en Cataluña" #yovotoalbiolhttps://t.co/o8eJOLEwGG
— Partido Popular (@PPopular) 25 Settembre 2015
Le divergenze fra gli elettori emergono però già dalla lingua con cui rispondono alle telecamere. “Dopo quanto accaduto negli ultimi anni – dice un giovane in catalano -, ritengo che la secessione sia necessaria. Credo che apporterebbe dei cambiamenti positivi e ho l’impressione che le cose stiano andando nella direzione giusta”.
“Non sono favorevole alla secessione perché non voglio che si finisca per lasciare la Spagna – risponde invece in castigliano un altro passante -. Ho sposato una catalana, i miei figli e i miei nipoti sono catalani. Ma non voglio una Catalogna indipendente. Spero che si arrivi a trovare soluzione migliore”.
Tutto quello che c‘è da sapere sulle elezioni regionali in Catalogna
Più dell’allarme di Rajoy su conseguenze economiche e politiche di un’eventuale secessione, a far presa sugli elettori sembrano essere le promesse di libertà e autodeterminazione degli indipendentisti. Quasi scontato che otterranno la maggioranza, l’interrogativo è soprattutto se sarà assoluta.