In soli quattro giorni più di 21.000 persone hanno attraversato la frontiera tra Serbia e Croazia. Ad essere presa d’assalto è stata la città di
In soli quattro giorni più di 21.000 persone hanno attraversato la frontiera tra Serbia e Croazia. Ad essere presa d’assalto è stata la città di valico di Tovarnik. Alla stazione i rifugiati attendono un treno che li possa portare verso il nord Europa.
Fra loro c‘è Lama. Originaria di Latakia, in Siria, la donna spiega ai nostri microfoni cosa l’ha spinta a partire: “Ho lasciato la Siria perché mio marito se ne doveva andare, perché non voleva andare a combattere. Sono stata in Libano, poi sono stata trasferita in Turchia e poi siamo arrivati qua. Dopo la Turchia siamo andati in Grecia attraversando il mare, su una barca. Abbiamo visto il mare davanti a noi ma volevamo andarcene dalla Turchia”.
Il loro viaggio è iniziato ben un anno e tre mesi fa. Alla fatica fisica, alle paure, si aggiunge il disagio di non poter comunicare con familiari e amici ancora in Siria: “Non abbiamo il telefono. Non abbiamo internet. Non abbiamo un caricacellulari. Non abbiamo alcunché. I nostri genitori non sanno più nulla di noi. Ho paura solo di una cosa: delle malattie perché qui è pieno di malattie. Sporco, rifiuti, servizi igenici…ce ne vogliamo andare da qui”.
Zagabria promette che i migranti verranno condotti alla frontiera con la Slovenia o con l’Ungheria, nonostante le pesanti rimostranze che arrivano da Budapest.