Centinaia di tonnellate di cianuro e una corsa contro il tempo per bonificare il luogo dell’esplosione prima che la sostanza chimica rilasci una nube
Centinaia di tonnellate di cianuro e una corsa contro il tempo per bonificare il luogo dell’esplosione prima che la sostanza chimica rilasci una nube tossica.
In Cina, a Tianjin, è il Capo di stato maggiore della regione di Pechino Shi Luze a confermare la presenza di agenti chimici sul sito della devastante esplosione che, mercoledì notte, ha ucciso 112 persone. Il bilancio resta provvisorio e c‘è confusione sulle cifre: altre 100 persone, di cui più di 80 vigili del fuoco, risultano tutt’ora disperse. Ma secondo le autorità locali potrebbero essere tra le 88 vittime i cui corpi non sono ancora stati identificati.
Ieri secondo il protocollo il Premier cinese Li Keqiang si è recato sul luogo dell’incidente. Ma la sua presenza ha un peso tanto più importante a fronte delle dure critiche rivolte al governo per l’opacità delle informazioni lasciate circolare: i reali rischi per la salute della popolazione di Tianjin (il più grande porto del Paese, con 15 milioni di abitanti) e la sorte delle persone ancora disperse, pompieri in primo luogo.
Ieri ci sono stati alcuni momenti di tensione con la polizia quando le famiglie dei vigili del fuoco dispersi hanno dato sfogo alla propria rabbia all’esterno del palazzo del comune chiedendo di avere informazioni chiare.