Farah, da migrante a cittadino europeo."Non siamo parassiti del welfare, ma contribuiamo allo sviluppo Ue"

Farah, da migrante a cittadino europeo."Non siamo parassiti del welfare, ma contribuiamo allo sviluppo Ue"
Di Arianna Sgammotta
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Continuano ad arrivare in migliaia lungo le coste italiane, greche e maltesi. Tra i migranti in fuga da Medio Oriente e Africa la maggior parte sono

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Continuano ad arrivare in migliaia lungo le coste italiane, greche e maltesi. Tra i migranti in fuga da Medio Oriente e Africa la maggior parte sono giovani. Un potenziale enorme per i Paesi di destinazione, in termini di crescita e sviluppo. A Bruxelles, nell’ambito degli European Development Days abbiamo incontrato uno di loro, Abdi Farah Abdullahi. . Di origine somala, Farah è cresciuto in Kenya da dove è fuggito per la repressione contro le diversità di genere. Dopo un lungo viaggio attraverso il Sudan e la Libia, è arrivato con un barcone a Malta.

“Gli immigrati sono spesso dipinti come un fardello per l’Europa, e per il suo welfare già in profonda crisi” racconta Farah “E’ chiaro che dia fastidio ai cittadini di questi Paesi che hanno sempre pagato le tasse. Ed è proprio contro questo stereotipo che intendo battermi e portare avanti tutti i miei obiettivi. E’ quello che mi spinge a fare il massimo e al meglio per riuscire”.

A 19 anni Farah si considera oggi un cittadino europeo a tutti gli effetti. Come lui, però, sono in molti a voler dare un contributo alle società europee.

“I giovani sono pieni di energie e hanno molte risorse da dare all’Europa” ammette Salvatore Parata, Capo di Terres des Hommes International Federation “Non vogliamo vederlo anche per la paura instillata dai discorsi dei nazionalisti, degli xenobi contrari all’immigrazione. Dobbiamo combattere questi stereotipi attraverso campagne politiche forti e dare ai giovani migranti la possibilità di contribuire positivamente alle nostre società”.

Da Malta dove, oltre a lavorare in una pizzeria, scrive un blog pubblicato sul quotidiano Malta Today, Farah sogna un giorno di andare altrove, magari in Svezia. Sogni comuni che Farah condivide con altri centinaia di giovani migranti.

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