Elezioni in Nigeria, sfida Jonathan-Buhari. Boko Haram attacca nel nord, autobomba nel sud

Elezioni in Nigeria, sfida Jonathan-Buhari. Boko Haram attacca nel nord, autobomba nel sud
Di Alfredo Ranavolo
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I due sfidanti sono dati testa a testa. C'è timore di altre azioni da parte degli estremisti.

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Elezioni in un inevitabile clima di tensione in Nigeria. Nel nordest cinque attacchi di Boko Haram, che hanno causato almeno 24 morti.

I fondamentalisti avevano insanguinato anche la vigilia elettorale: 23 persone sono state decapitate con una motosega nella notte tra venerdì e sabato nel villaggio di Buratai, a circa 200 km da Maiduguri, capitale dello Stato del Borno.

La prima avvisaglia di violenze nella giornata elettorale c’era stata, però, nella città meridionale di Enugu, con un’autobomba scoppiata nei pressi di un seggio elettorale, prima che fossero aperte le urne.

Altre due sono state individuate e fatte brillare dalla polizia.

La sfida per la poltrona di presidente è, come quattro anni fa, tra il cristiano Goodluck Jonathan e il musulmano Muhammadu Buhari. Ma, se nel 2011, ci fu uno scarto fra i due di 27 punti, questa volta i due principali candidati, sono 14 in tutto, vengono dati testa a testa.

Nella precedente tornata lo sconfitto non accettò il pur netto risultato. Seguirono scontri che provocarono numerosi morti nel nord del Paese.

Si spera che eventi del genere non finiscano per ripetersi, viste anche le dichiarazioni dello sfidante Buhari, secondo il quale l’Inec (L’autorità indipendente per il controllo delle elezioni ndr) “ha fatto un buon lavoro”.

Complicate le operazioni di registrazione, che prevedono una lettura elettronica delle impronte digitali per evitare voti multipli. In molte zone, anche della capitale Abuja, ci sono stati ritardi. In alcuni seggi le operazioni sono state interrotte e il voto rinviato a domani.

“Sono arrivato attorno alle 7 e ci è stato detto che a partire dalle 8 ogni attività avrebbe dovuto essere cominciata. Ma le 8 sono passate e nulla sta accadendo” ha affermato un elettore della capitale.

Sono 69 milioni in tutto, su oltre 170 milioni di abitanti, quelli che si sono registrati per esprimere la propria preferenza sul nome del presidente e sulla composizione dell’Assemblea nazionale.

Il giorno del confronto è, comunque, arrivato, dopo il rinvio di sei settimane dovuto proprio alle minacce di Boko Haram. Chiunque esca vincitore, avrà il compito di cercare di arginare la furia jihadista che ha fatto migliaia di vittime nel nord della Nigeria.

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