Gli eserciti africani si preparano con l'aiuto occidentale a combattere Boko Haram

Gli eserciti africani si preparano con l'aiuto occidentale a combattere Boko Haram
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Di Alfredo Ranavolo
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Secondo un giornale africano, la Francia sarebbe pronta a fare pressioni sull'Onu per un sostegno anche finanziario.

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L’offensiva contro Boko Haram passa per un intenso addestramento delle truppe dei cinque Paesi africani impegnati nel combattere i jihadisti. E che vede il coinvolgimento, come formatori, di soldati arrivati da Belgio, Regno Unito, Stati Uniti e Canada.

Il capitano delle forze speciali antiterrorismo del Ciad, Zakaria Mahmat afferma convinto che “Boko Haram è una milizia composta di civili. Non hanno la stessa esperienza che abbiamo noi. Il nostro è un esercito ben organizzato. Non possono resisterci”.

La Nigeria e i suoi alleati, Niger, Ciad, Camerun e Benin, stanno già intensificando gli sforzi contro l’organizzazione terroristica. Le truppe nigeriane affermano di aver riconquistato la città di Baga, al confine con il Ciad.

Che Boko Haram rappresenti sempre più una preoccupazione anche per l’Occidente è dimostrato dal tour africano del ministro degli Esteri francesi Laurent Fabius, che nel week end ha toccato Ciad, Camerun e Niger.

In quest’ultimo Paese, Fabius è giunto domenica nella capitale Niamey, poche ore dopo che sette soldati sono stati uccisi in un attacco degli estremisti sull’isola di Karamga, nel lago Ciad.

Fabius ha incontrato il presidente del Niger, Mahamadou Issoufou.

Secondo il giornale del Burkina Faso in lingua francese L’Observateur Paalga, degli aerei francesi posizionati nella base Kossai, situata nella capitale del Ciad N’Djamena, sorvoleranno i confini della Nigeria per fornire alle truppe schierate a terra preziose informazioni sul nemico.

Inoltre, come membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, la Francia potrebbe far votare una risoluzione per creare un fondo speciale di finanziamento alla lotta a Boko Haram.

I capi di Stato dell’Africa centrale hanno promesso un sostegno finanziario da 75 milioni di euro agli oltre 8.500 soldati schierati dai cinque Paesi coinvolti. Potrebbero non bastare e, per questo, sarebbe previsto l’impegno di Parigi per tentare di impegnare il Palazzo di vetro in uno sforzo ulteriore.

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