Anche a Kiev nell’anniversario della repressione violenta a Euromaidan non si parla d’altro che della resa di Debaltseve, all’est. L’orgoglio
Anche a Kiev nell’anniversario della repressione violenta a Euromaidan non si parla d’altro che della resa di Debaltseve, all’est.
L’orgoglio nazionale è ferito, ma alcuni non capiscono che probabilmente lasciare i soldati nella cittadina avrebbe significato condannarli a morte: “Non importa a che prezzo bisognava tenere la città a qualsiasi costo. Onestamente non avrei mai ordinato la ritirata”, dice un uomo.
Un altro dissente: “Se la gente stava morendo, Debaltseve doveva essere abbanondata. Poi, più in là, si potrà cercare di risolvere questa questione politicamente”.
Una donna afferma: “Se la gente è a mani nude e gli viene proibito di sparare questa non è altro che un vero e proprio omicidio delle nostre truppe, l’elite della nostra nazione”.