"Swissleaks", i retroscena. Italia al 5° posto come numero di correntisti

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Di Euronews
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Il ‘mea culpa’ dei vertici londinesi di HSBC è arrivato tempestivamente. La banca sottolinea come la filiale svizzera al centro dello scandalo non

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Il ‘mea culpa’ dei vertici londinesi di HSBC è arrivato tempestivamente. La banca sottolinea come la filiale svizzera al centro dello scandalo non fosse stata completamente assorbita dopo l’acquisto nel ’99 e come, dunque, il rispetto delle regole non sia stato ottimale negli anni successivi.

Le scuse per la fuga di dati, sottolinea il quotidiano francese Le Monde, sono arrivate anche nei confronti dei clienti, avvertiti pochi giorni fa dei “probabili disagi” con una lettera.

Ma al di là delle cifre grezze, che mostrano tra l’altro gli italiani al quinto posto come numero di conti correnti, i documenti rivelano del metodo: nomi in codice per non farsi identificare, carte di credito per ritirare all’estero denaro non dichiarato… insomma, una vera e propria attività di consulenza al fine di eludere il fisco.

“Tutti i casi, anche quelli vecchi, un giorno vengono scoperti”, commenta Robert Halver di Baader Bank. “È così, la verità alla fine trionfa sempre. Per me, questo dimostra chiaramente che dappertutto si sta affrontando il problema dell’evasione. Ci saranno ancora rivelazioni, ma è chiaro che è finita un’epoca”, aggiunge.

I dati trafugati da Falciani erano finiti già da anni sulla scrivania delle autorità di mezza Europa, in primis quelle di Francia, Belgio e Regno Unito. Ad una prima lista se ne è aggiunta ora una seconda, che l’ex informatico di HSBC ha consegnato alle autorità spagnole a inizio 2014.

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