In passato si è dibattuto molto sull’uso del linguaggio dei segni nell’istruzione di allievi non udenti. Oggi tecnologie e approcci innovativi stanno
In passato si è dibattuto molto sull’uso del linguaggio dei segni nell’istruzione di allievi non udenti. Oggi tecnologie e approcci innovativi stanno aprendo nuove possibilità di apprendimento per le persone sorde.
Il linguaggio dei segni è una vera lingua
In Argentina più dell’80% delle persone sorde hanno un livello di istruzione bassissimo e vivono ai margini della società. Il linguaggio dei segni non è riconosciuto in molti istituti. La conseguenza è l’abbandono scolastico nella maggior parte dei casi.
L’organizzazione Canales si è fatta promotrice di un progetto unico: ha creato una biblioteca online ad accesso libero, con videolibri letti da non udenti nel linguaggio dei segni. In questo modo si aiutano non solo i bambini sordi ma anche i genitori, che devono imparare ad usare questo sistema codificato per dialogare con i loro figli.
La scuola statale per bambini sordi “Osvaldo Magnasco” è stata una delle prime ad adottare il modello bilingue proposto dai videolibri.
Lorena Carracedo, direttrice della scuola, racconta: “Abbiamo iniziato a ridiscutere un nuovo approccio educativo, che riconosce che i bambini sordi parlano una propria lingua, possono imparare lo spagnolo come idioma secondario, e hanno la possibilità di accedere ai contenuti pedagogici e universali con il loro linguaggio dei segni”.
La storia di David, un insegnante sordo
David Gunness vive nel New Jersey ed è un professore non udente.
“Al momento sto insegnando il linguaggio dei segni americano”, racconta, “I miei allievi non sono sordi. Sto aiutando queste persone a comprendere meglio i non udenti e il loro mondo”.
“Uno dei requisiti per avere un lavoro è una certificazione statale che che attesta l’idoneità all’insegnamento”, prosegue Guness, “Ci sono molte persone udenti che passano il test perché l’inglese è la loro prima lingua. Il loro linguaggio dei segni non è molto soddisfacente, eppure possono insegnare a studenti sordi. Mentre i non udenti, che conoscono il linguaggio e possono comunicare con gli studenti sordi, non hanno questa opportunità”.
Piccoli Beethoven crescono
Sentire le vibrazioni di un strumento musicale con il proprio corpo e conoscere le emozioni che può dare la musica. È quello che insegna a fare il progetto “Feel the music” della Mahler Chamber Orchestra.
I suoi musicisti fanno visita ai bambini sordi in classe. Successivamente i piccoli vengono invitati ad unirsi all’orchestra.
L’idea di lavorare con questi alunni è venuta ispirandosi alla vita di Beethoven. Il compositore rimase sordo all’età di 20 anni e negli anni successivi la sua musica ne venne completamente influenzata.
Circa 150 bambini hanno partecipato ai workshop, da maggio del 2012, in otto Paesi europei.