Perché l'euroscetticismo è in crescita?

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Di Euronews
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Sophia, di Utrecht, nei Paesi Bassi, ci chiede: “Come spiegate l’attuale crescita dei partiti euroscettici un po’ ovunque in Europa? Dobbiamo considerarla una minaccia per l’Unione Europea come la conosciamo oggi?”

Risponde Pascal Delwit, politologo all’Université Libre de Bruxelles:

“In generale occorre esaminare l’espansione dei partiti euroscettici e dei partiti populisti di destra alla luce delle trasformazioni vissute attualmente dall’Unione Europea. Si tratta di molteplici trasformazioni”.

“La prima riguarda l’Unione in quanto tale, che è passata da una piccola comunità europea a uno spazio di 28 Paesi, e quindi da un punto di vista dell’identità, da un punto di vista della rappresentazione dell’Unione Europea, oggi ci troviamo di fronte a un’altra configurazione”.

“Il secondo elemento è la crisi economica che infierisce in modo strutturale dalla fine degli anni ’70 e poi, in modo regolare e forte, dal 2007-2008 e che causa molta inquietudine, paura, timori che tradizionalmente portano all’isolazionismo”.

“E poi ovviamente c‘è un terzo elemento: è la collocazione dell’Europa, che nel concerto delle Nazioni si trova in una logica di declino, di declino industriale, di declassamento del proprio posto rispetto a quello che occupava in passato”.

“Quindi, in una logica di ripiego identitario, che porta inoltre a una forma di negazione della solidarietà, possiamo osservare all’interno degli Stati la crescita del secessionismo ad esempio. Ma possiamo osservarlo anche nel rapporto tra gli Stati, visto che partiti come i “Veri Finlandesi”, come il nuovo partito tedesco “Alternativa per la Germania” o come il “Partito della Libertà” in Austria chiedono la fine della solidarietà all’interno dell’Unione Europea”.

“Questi partiti hanno un impatto sui partiti principali che temono di vederli crescere a livello elettorale e politico e quindi diventano molto più restii nel promuovere una maggiore integrazione dell’Unione Europea, una logica più dinamica all’internpo del Consiglio Europeo. Abbiamo potuto notarlo in occasione del dibattito sul bilancio dell’Unione Europea. Molti Stati e quindi molti partiti erano restii di fronte all’aumento del bilancio perché temevano di essere puniti dagli elettori, nel voto nazionale o europeo”.

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