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Covid, il 40% degli europei approva la gestione della pandemia da parte dell'Ue

La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si toglie la maschera protettiva per rilasciare una dichiarazione presso la sede dell'UE a Bruxelles, luglio 2021.
La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si toglie la maschera protettiva per rilasciare una dichiarazione presso la sede dell'UE a Bruxelles, luglio 2021. Diritti d'autore Stephanie Lecocq, Pool Photo via AP
Diritti d'autore Stephanie Lecocq, Pool Photo via AP
Di Lauren Chadwick
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

In un sondaggio esclusivo commissionato da Euronews è stato chiesto ai cittadini europei di 18 Paesi di esprimere la loro opinione su questioni chiave in vista delle elezioni di giugno. Tra i temi, la gestione della pandemia da parte dell'Unione: il 40 per cento degli interpellati la approva

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Secondo un sondaggio esclusivo Euronews-Ipsos, circa il 40% degli europei ha dichiarato di avere un'opinione positiva della risposta dell'Ue alla pandemia da Covid-19. Ci sono però grandi differenze tra i Paesi dell'Ue: mentre in Portogallo il 74% dei cittadini ha un parere positivo sull'operato di Bruxelles, in Repubblica Ceca la percentuale scende al 24%. 

Gli intervistati con le opinioni più negative sul ruolo dell'Ue durante la pandemia si trovano in Romania, Slovacchia e Austria. Complessivamente circa il 32% degli europei intervistati ha dichiarato di non avere un'opinione né positiva né negativa, mentre il 28% ha un'opinione negativa.

Il sondaggio Ipsos commissionato da Euronews è stato condotto in 18 Paesi online e per telefono tra il 23 febbraio e il 5 marzo, circa tre mesi prima delle elezioni europee di giugno: ha coinvolto un totale di quasi 26.000 partecipanti in età di voto. Agli intervistati è stato chiesto se ritenevano che nel corso degli anni l'Ue avesse avuto un impatto positivo, negativo o né positivo né negativo nella lotta al Covid.

Chi è più propenso a considerare positivamente la risposta dell'Ue al Covid?

In Portogallo, Finlandia, Spagna, Belgio e Danimarca, più della metà degli intervistati ha una visione prevalentemente positiva dell'impatto dell'Ue nella lotta alla pandemia. Complessivamente mentre non vi sono grandi differenze tra uomini e donne, vi sono differenze in base all'età.

Circa il 47% degli intervistati di età pari o superiore a 65 anni ha espresso un giudizio positivo sulla gestione della pandemia da parte dell'Ue, rispetto al 41% di coloro che hanno tra i 18 e i 29 anni e al 36% di coloro che hanno tra i 30 e i 49 anni.

Le persone di età superiore ai 65 anni erano più esposte al rischio di avere serie conseguenze per la salute, mentre i soggetti più giovani potrebbero essere stati maggiormente colpiti dalle restrizioni alla circolazione imposte dai singoli Paesi.

Più della metà degli intervistati che intendono votare per i Verdi, i Socialdemocratici e i liberali di Renew Europe favorevoli all'Ue si è espressa positivamente sull'impegno del blocco durante la pandemia. In Grecia, Italia, Svezia, Bulgaria, Germania, Francia, Polonia e Paesi Bassi gli europei intervistati hanno un'opinione più positiva che negativa dell'impatto dell'Ue sulla lotta al Covid.

L'Ue ha mobilitato un massiccio pacchetto di stimoli da 800 miliardi di euro durante la pandemia, in parte basato su prestiti comuni, per aiutare le economie a riprendersi dalla crisi. Inoltre, secondo una relazione della Corte dei conti europea, l'Ue ha acquistato congiuntamente vaccini contro il virus, assicurandosi fino a 4,6 miliardi di dosi per un valore di circa 71 miliardi di euro entro la fine del 2021.

Sebbene il lancio dei vaccini sia stato inizialmente criticato come più lento rispetto a quello degli Stati Uniti e del Regno Unito, la relazione dei revisori dei conti ha rilevato che la Commissione europea ha avuto "una leva limitata per superare le sfide di approvvigionamento".

Il blocco ha raggiunto l'obiettivo di vaccinare il 70% degli adulti nel luglio 2021. Il Portogallo, dove gli intervistati hanno espresso il giudizio più positivo sull'impatto dell'Ue sulla pandemia, alla fine dello stesso anno aveva il tasso di vaccinazione più alto al mondo.

Chi è più propenso ad avere una visione negativa dell'impatto dell'Ue sulla pandemia?

Il sondaggio ha rilevato che gli europei di cinque Paesi hanno un'opinione più negativa che positiva della gestione della pandemia da parte dell'Ue. In tutti i Paesi, tuttavia, la percentuale di intervistati con un'opinione negativa era inferiore alla metà degli intervistati.

Circa il 42% degli intervistati in Romania vede l'impatto dell'Ue come negativo, mentre il 41% degli intervistati in Slovacchia e il 40% degli intervistati in Austria hanno un'opinione negativa. Circa il 38% degli intervistati in Ungheria considera negativamente l'impatto dell'Ue, mentre in Repubblica Ceca questa percentuale è del 36%.

Il sondaggio Euronews-Ipsos ha anche rilevato che coloro che intendono votare per i partiti populisti ed euroscettici di destra del gruppo Identità e Democrazia al Parlamento europeo hanno una visione più negativa della risposta dell'Ue alla pandemia. Circa il 49% degli intervistati che intendono votare per i partiti di Identità e Democrazia ha una visione negativa dell'impatto del blocco sulla pandemia, mentre solo il 22% ha un'opinione positiva.

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