Scontri a Belgrado, l'opposizione contesta i risultati delle elezioni: 38 arresti

Polizia serba
Polizia serba Diritti d'autore Darko Vojinovic/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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I manifestanti dell'opposizione hanno preso di mira il palazzo comunale a Belgrado dopo una settimana di proteste per le presunte irregolarità nelle ultime elezioni. Secondo il presidente serbo Aleksandar Vucic i disordini sono stati istigati dai Paesi stranieri

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Le manifestazioni contro il risultato delle elezioni parlamentari in Serbia vanno avanti da una settimana, ma domenica scorsa gli scontri a Belgrado hanno raggiunto un nuovo livello di violenza. 

Per protestare contro i presunti brogli che hanno consegnato una vittoria schiacciante al partito del presidente in carica Aleksandar Vucic, un gruppo di manifestanti ha assediato l'edificio del consiglio comunale della capitale, distruggendo porte e finestre. La polizia antisommossa ha ulitizzato spray al peperoncino, gas lacrimogeni e manganelli per impedire ai centinaia di sostenitori dell'opposizione di entrare nel palazzo e per disperderli.

Sono state arrestate almeno 38 persone, ora accusate di incitamento al cambiamento violento dell'ordine costituzionale e di comportamento violento. La polizia ha riferito che otto agenti sono stati feriti, alcuni in modo grave. 

Dal ministero dell'Interno è stato lanciato un appello ai dimostranti per porre fine alle violenze, ed è arrivata una dura condanna al grave attacco alle sedi istituzionali. Da parte sua l'opposizione ha dichiarato che la polizia ha usato una forza eccessiva e ha picchiato alcuni dei manifestanti. 

Anche lunedì centinaia di studenti universitari e altri cittadini hanno bloccato il traffico in una strada chiave di Belgrado che ospita la sede del governo, sfidando l'avvertimento della polizia contro il blocco di strade e ponti nella capitale, ma finora non sono stati segnalati incidenti. 

Nel tweet: Proteste in Serbia: Dimostranti antigovernativi tentano di prendere d'assalto il municipio di Belgrado

Una settimana di proteste

L'opposizione serba, nota come movimento "Serbia contro la violenza", ha denunciato presunte irregolarità nel voto di domenica scorsa e ha dichiarato che non riconoscerà l'esito delle elezioni. 

Gli osservatori internazionali hanno anche rilevato un trattamento iniquo per i candidati della minoranza a causa della parzialità dei media, dell'abuso di risorse pubbliche da parte del governo e dello strapotere del presidente durante la campagna elettorale.

Opposizione e sostenitori si riuniscono nel centro di Belgrado quasi ogni giorno da circa una settimana, denunciando i risultati della votazione. Quelli delle votazioni comunali a Belgrado hanno suscitato particolare indignazione, poiché si è affermato che masse di elettori provenienti dalle province sono state portate nella capitale per votare per il partito al potere.

Il partito progressista nega tutte le accuse

Il Partito progressista serbo (Sns) e i suoi alleati al governo hanno negato di aver truccato il voto e hanno definito regolari le elezioni per il rinnovo del Parlamento e delle cariche locali. 

Domenica il presidente serbo Aleksandar Vucic ha dichiarato che le affermazioni di irregolarità nel voto sono niente altro che "bugie" promosse dall'opposizione politica e ha aggiunto che seguiranno altri arresti. 

Il presidente serbo ha suggerito che i disordini sono stati istigati dall'estero in un tentativo di rovesciare il governo, ma non ha fornito alcuna prova a sostegno di questa affermazione. 

Rivolgendosi alla nazione attraverso i media statali, mentre la protesta era ancora in corso, ha definito i manifestanti "teppisti" che non riusciranno a destabilizzare lo Stato. 

"Stiamo facendo del nostro meglio con la nostra reazione calma e mite per non ferire i manifestanti" che sono venuti all'evento per protestare pacificamente, ha specificato parlando alla tv filo-governativa Pink tv.

"Questa non è una rivoluzione, si tratta di un tentativo di presa di potere violenta delle istituzioni statali della Repubblica di Serbia", ha aggiunto.

Il coinvolgimento della Russia

Lunedì Vucic ha incontrato l'ambasciatore russo in Serbia Alexander Botsan-Kharchenko. La prima ministra serba Ana Brnabic ha ringraziato Mosca per aver avvisato in anticipo Belgrado di una presunta rivolta.

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