Potrebbero passare mesi prima che la Corte decida se il caso potrà essere portato avanti
La Russia chiede alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia di respingere la causa di genocidio nei suoi confronti intentata dall’Ucraina. Secondo i suoi rappresentanti non ci sono basi legali per sostenere tutto.
Kiev invece sostiene che il Cremlino per giustificare l’invasione aveva accusato l’Ucraina di crimini contro l’umanità nel Donbass, a partire dal 2014. Dall’ottobre 2022 la Federazione Russa ha sollevato eccezioni preliminari sulla giurisdizione della Corte e sull’ammissibilità del ricorso dell’Ucraina.
Il 16 marzo 2022 la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite ha ordinato alla Federazione Russa di cessare immediatamente l’invasione dell’Ucraina.
Le udienze si svolgeranno in due turni: i rappresentanti della Russia parlano questo lunedì e il 25 settembre, mentre la controparte ucraina avrà la parola il 19 e 27 settembre.
La controversia riguarda l’interpretazione, l’applicazione e l’attuazione della Convenzione del 1948 sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio.Le parti, compresi gli Stati che hanno preso l’iniziativa di unirsi al caso, presenteranno le rispettive posizioni.
Un totale di 32 Stati hanno aderito al caso con i loro interventi. Parteciperanno anche all’udienza in tribunale. Il 5 giugno 2023, l’ICJ ha approvato un’ordinanza in cui conferma che gli interventi dei 32 stati sono accettabili. Si tratta di un numero di Stati partecipanti senza precedenti nella storia: 34 dei 193 membri dell’ONU, cioè quasi il 20%, prendono parte al processo.
Il tribunale terrà un’udienza sulla giurisdizione e, se l’ICJ ritiene di avere giurisdizione sul caso e che la richiesta è ammissibile in tutto o in parte, il passo successivo è esaminare il caso nel merito.
Potrebbero passare mesi prima che la corte decida se il caso potrà essere portato avanti. Prima di una sentenza definitiva sulle accuse di genocidio ci potrebbero volere anni.