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Covid-19: l'immunità ai coronavirus potrebbe durare solamente 6 mesi

Un tecnico di laboratorio tiene in mano un flacone contenente i risultati dei test per il vaccino COVID-19 all'Università Thailandese di Chulalongkorn, il 23 maggio 2020
Un tecnico di laboratorio tiene in mano un flacone contenente i risultati dei test per il vaccino COVID-19 all'Università Thailandese di Chulalongkorn, il 23 maggio 2020 Diritti d'autore AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Alice Tidey
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Lo scrivono in uno studio dei ricercatori dell'università di Amsterdam che per 35 anni hanno monitorato i livelli di contagio e anticorpi di persone che hanno contratto i 4 coronavirus umani stagionali conosciuti.

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L'immunità al Sars-CoV-2, il nuovo coronavirus, potrebbe durare solamente sei mesi. A dirlo è uno studio dell'Università di Amsterdam che mette in dubbio l'utilità dell'introduzione dei cosiddetti "passaporti di immunità". 

Non ci sarebbero infatti i presupposti per affermare con certezza che una persona che ha già avuto il Covid-19 non possa esserne reinfettata. 

Lo studio ha monitorato per 35 anni 10 individui per determinare i livelli di anticorpi dopo l'infezione causata da uno qualsiasi dei quattro coronavirus umani stagionali. Gli uomini, di età iniziale compresa tra i 27 e i 40 anni, sono stati testati a intervalli di tre o sei mesi.

I ricercatori hanno scoperto che la "durata dell'immunità protettiva ai coronavirus" è "preoccupantemente breve"; gli scienziati che hanno notato "frequenti reinfezioni 12 mesi dopo il contagio, e una sostanziale riduzione dei livelli di anticorpi ad appena 6 mesi di distanza".

I quattro ceppi di coronavirus umani, hanno sottolineato, sono "biologicamente dissimili" e "hanno poco in comune, oltre al fatto di causare il comune raffreddore".

"Tuttavia, tutti sembrano indurre un'immunità di breve durata con rapida perdita di anticorpi. Può essere un denominatore generale per i coronavirus umani. Se in futuro il SARS-CoV-2 si comporterà come un coronavirus stagionale, ci si può aspettare uno schema simile", si legge. 

Gli scienziati dell'università di Amsterdam hanno messo in dubbio l'idea, avanzata da alcuni governi, di introdurre i cosiddetti "passaporti di immunità" per le persone che hanno contratto il Covid-19 e ne sono guarite. Questo consentirebbero loro di viaggiare godendo di misure di distanziamento sociale allentate.

"Poiché l'immunità protettiva può essere persa entro 6 mesi dall'infezione, sembra molto improbabile la prospettiva di raggiungere l'immunità funzionale di gregge per infezione naturale", scrivono.

Il ministro della Salute britannico Matt Hancock ha annunciato la scorsa settimana che il governo sta lavorando ad un "sistema di certificazioni" per consentire alle persone che si sono ristabilite di riprendere alcune attività.

Ha aggiunto che i test anticorporali che danno risultati in 20 minuti sono attualmente in fase di sperimentazione su 4mila pazienti e che, se efficaci, potrebbero essere lanciati su scala nazionale.

"Sapere di avere questi anticorpi ci aiuterà a capire meglio, in futuro, se si è a minor rischio di contrarre il coronavirus, di morire di coronavirus o di trasmettere il coronavirus", le parole di Hancock. In Italia, lunedì è stato lanciato uno studio su larga scala sulla sieroprevalenza per capire quante persone nel nostro Paese abbiano sviluppato gli anticorpi al nuovo coronavirus, anche in assenza di sintomi. 

Il Ministero della Salute e la Croce Rossa analizzeranno i campioni di sangue di 150mila persone provenienti da oltre 2mila comuni alla ricerca di anticorpi.

Alle persone con anticorpi sarà chiesto di sottoporsi a un tampone nasale, così da determinare se infettate dal coronavirus in quel momento e il livello di contagiosità. 

Attualmente non esiste una cura o un trattamento conosciuto per arginare la pandemia che ha già causato più di 345mila morti in tutto il mondo.

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ci sono 10 vaccini candidati attualmente in fase di valutazione clinica e altri 114 in fase di valutazione preclinica.

L'Università di Oxford ha annunciato la scorsa settimana che sta entrando nella fase II del vaccino: la sperimentazione riguarderà oltre 10mila persone tra adulti e bambini.

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