Lunedì la polizia ha dovuto disperdere centinaia di manifestanti davanti al Parlamento israeliano. Tra le richieste un accordo con Hamas per garantire il rilascio degli ostaggi ancora detenuti a Gaza
Proteste antigovernative sono scoppiate in Israele lunedì dopo l'approvazione da parte del governo di Benjamin Netanyahu di un piano per espandere le operazioni militari nella Striscia di Gaza.
Centinaia di persone si sono radunate a Gerusalemme davanti alla Knesset, il parlamento israeliano, chiedendo un accordo con Hamas per ottenere il rilascio degli ostaggi ancora detenuti nella Striscia. Parlando a Channel 12, i manifestanti hanno dichiarato di essersi presentati per manifestare su una serie di questioni, tra cui il mancato rilascio degli ostaggi ancora a Gaza, la chiamata in massa dei riservisti dell'Idf e il trattamento degli insegnanti durante le continue controversie salariali.
“Non c'è motivo di continuare con questa guerra. Abbiamo provato per un anno e mezzo e non ci siamo riusciti. Non ci riusciremo nemmeno ora", ha dichiarato Miri Wolf, tra i manifestanti. “Il governo vuole solo tenere Gaza e costruire nuovi insediamenti. I soldati verranno uccisi, e gli ostaggi torneranno in sacchi neri. Questo è ciò che accadrà.”
Il piano israeliano di occupare Gaza
Il nuovo piano, secondo due funzionari israeliani, prevede la conquista dell’intero territorio di Gaza e la permanenza a tempo indeterminato dell’esercito israeliano nell’enclave palestinese. Se attuato, il piano rappresenterebbe un'espansione significativa delle operazioni israeliane e potrebbe provocare una dura reazione da parte della comunità internazionale.
Secondo i funzionari israeliani il piano servirebbe a raggiungere gli obiettivi dichiarati da Israele: sconfiggere Hamas e liberare gli ostaggi. Tuttavia, prevede anche lo spostamento di centinaia di migliaia di palestinesi verso il sud della Striscia, una mossa che equivarrebbe a un trasferimento forzato e aggraverebbe la crisi umanitaria.
Da quando è terminata la tregua con Hamas a metà marzo, Israele ha intensificato gli attacchi, uccidendo centinaia di persone e conquistando ampie porzioni del territorio, arrivando a controllare circa il 50 per cento della Striscia. Inoltre, ha bloccato l’ingresso di aiuti umanitari, inclusi cibo, carburante e acqua, aggravando la crisi senza precedenti.
Secondo il Ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, l’offensiva israeliana ha causato finora la morte di oltre 52mila palestinesi, in gran parte donne e bambini. Le cifre non distinguono tra civili e combattenti. L’esercito israeliano riferisce che 850 dei suoi soldati sono morti dall’inizio del conflitto.