Finte espulsioni di Rom, così la polizia francese gonfia i numeri sulle espulsioni degli stranieri

Finte espulsioni di Rom, così la polizia francese gonfia i numeri sulle espulsioni degli stranieri
Diritti d'autore Euronews
Di Elena Cavallone
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Una messa in scena che serve alla prefettura per dimostrare di espellere un gran numero di stranieri irregolari sul territorio nazionale

PUBBLICITÀ

È mattina presto quando nel campo rom di Lille, in Francia, una dozzina di rom si prepara ad andare dalla polizia.

Una settimana prima, degli agenti avevano fatto incursione nel campo, sequestrato i loro documenti e ordinato di presentarsi alla stazione di polizia di frontiera per essere espulsi. Nonostante siano cittadini europei provenienti dalla Romania, secondo lo stato francese non hanno diritto di soggiornare nel paese.

"Sono arrivati la notte e hanno bussato alla porta violentemente bum bum polizia polizia, dateci i documenti, hanno detto. Non si fa cosi: io sono venuto qui per lavorare non per rubare o altro", afferma Victor, un residente del campo rom di 34 anni che oggi verrà espulso.

Un gruppo di attivisti si offre di assistere gli abitanti di questa bidonville, che regolarmente vengono scortati dalla polizia francese fino alla frontiera belga.

Su una piccola strada di provincia che attraversa il confine aspettiamo l'arrivo della polizia con i rom al seguito. Appena arrivano l'operazione si conclude nel giro di pochi minuti, il tempo per gli agenti di fumare una sigaretta.

La polizia restituisce i documenti ai rom, certifica l'avvenuta espulsione e semplicemente.... li lascia andare. Il resto della storia ha dell' assurdo.

Il gruppo di rom oltrepassa la frontiera e dopo neanche quindici minuti è di nuovo sulla strada di ritorno per Lille. Tornanti al campo rom uno dei loro avvocati ci dice che la polizia da dieci anni organizza questa messa in scena..ma che senso ha?

"È facile per la prefettura e per la polizia di frontiera espellere queste persone perchè sanno dove trovarle", spiega Dominique Plank. "Sanno che vivono in questo campo. Sono gli unici cittadini europei a essere vittime di questo genere di cose. C'è una grande controversia in Francia sul fatto che gli obblighi di lasciare il territorio francese non vengono rispettati. I rumeni possono aiutare a migliorare le statistiche sulle espulsioni".

A gennaio la prefettura pubblica i numeri sulle espulsioni degli stranieri irregolari avvenute nell'anno precedente. Nel 2020 ci sono state 13 operazioni in questo campo rom e questa è già la seconda del 2021. Espulsioni come queste rappresentano il 13 per cento del totale nella regione di Lille. Ma oltre a essere finte, sono anche contro producenti.

“In ogni caso, queste persone non vedono il loro futuro che nel nostro Paese, quindi queste espulsioni ostacolano la loro integrazione, la possibilità di trovare lavoro. Nel loro dossier personale resta traccia delle espulsioni e questo compromette la possibilità di trovare un impiego".

Contattata da Euronews, la prefettura di Lille afferma che le espulsioni degli stranieri irregolari avvengono in forma volontaria e che non si tratta dunque di accompagnamenti coatti alla frontiera. Specifica inoltre che se queste persone decidono di rientrare in Francia a seguito di un divieto di circolazione sul territorio francese commettono altresì un reato. 

Di certo sembra difficile definire volontarie queste operazioni di espulsione, visto che alle persone coinvolte viene confiscato il documento di identità e riconsegnato solo una volta che è avvenuta l'espulsione. 

Victor se non altro ha recuperato il suo documento e quello di sua moglie. Per ora può stare tranquillo... almeno fino alla prossima messa in scena.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

In Europa 12 milioni di persone vulnerabili rischiano di ricevere il vaccino per ultime

I Paesi dell'Ue siglano un accordo duro sul grano ucraino: possibili tariffe doganali

Bruxelles propone la laurea europea ma fatica a spiegarne il senso: senza fondi rischio elitarismo