Ue, niente soldi senza diritti

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Diritti d'autore Euronews
Di Susan Dabbous
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In vista del dibattito sul budget pluriennale europeo, molti eurodeputati vorrebbero chiudere i finanziamenti agli Stati che non rispettano i principi democratici

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L'estate calda delle proteste in Europa sembra non essere finita. Tra le manifestazioni in piazza in Ungheria per difendere la libertà d'espressione e quelle in Bulgaria contro la corruzione, in molti si chiedono cosa stia facendo di concreto la Commissione europea per contrastare la violazione dello Stato di diritto in questi paesi. 

C'è chi, come l'eurodeputato tedesco dei verdi Daniel Freund, propone di chiudere i rubinetti dei finanziamenti europei a chi non rispetta le regole. “Purtoppo – lamenta Freund - quando un sistema democratico nazionale viene indebolito, o viene gestito da un gruppo di persone che si mette i soldi nelle proprie tasche, sembra che l'Unione europea non sia in grado di controllare dove vadano a finire questi soldi. Questo per noi – prosegue l'ecologista tedesco - deve assolutamente cambiare e, in vista dell'approvazione del budget  pluriennale e del Recovery fund, vogliamo un meccanismo che leghi la lotta alla corruzione e il rispetto diritti fondamentali con l'erogazione dei fondi europei.”

Ma secondo il deputato euroscettico rumeno, Christian Terhes, non si dovrebbe usare il dibattito sullo Stato di diritto come arma politica contro i governi conservatori. Quanto alle controversie sui diritti fondamentali dovrebbero essere sottoposte alla Corte di giustizia europea. 

"Il dibattito sullo stato di diritto è totalmente politicizzato – denuncia Terhes - Invece di ascoltare le voci di esperti, giudici, avvocati e professori di diritto prevalere sono sempre le voci dei politici soprattutto del Partito popolare europea e dei centristi di Renew. E le critiche che sollevano – rimprovera il nazionalista rumeno - spesso non hanno nulla a che fare con i principi dello Stato di diritto".

La commissione europea pubblicherà il suo primo rapporto sullo stato di diritto alla fine di settembre ma nel Parlamento europeo la battaglia sul principio dell'erogazione dei fondi solo a chi rispetta a pieno le regole è già iniziata. Con governi come quello ungherese che si oppongono fortemente. 

"Speriamo vivamente che la Commissione possa trovare un modo di superare la paralisi di questi anni - afferma Katalin Cseh eurodeputata ungherese di centro critica nei confronti del governo sovranista di Victor Orban. “Finora non è stata avviata nessuna azione contro i governi che non rispettano la democrazia. Proponiamo che nel prossimo bilancio europeo settennale vengano imposte delle garanzie sul rispetto dello Stato di diritto.”

Ora l'attenzione è tutta rivolta al discorso sullo Stato dell'Unione che la presidente della Commissione pronuncerà mercoledì prossimo al Parlamento europeo e su quel che dirà sullo Stato di diritto?

Journalist • Sandor Zsiros

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