L'appetito del malaffare sulla tavola dell'Expo

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Di Sabrina Pisu
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L’Esposizione Universale di Milano è in pieno svolgimento. Un milione di metri quadri di area espositiva dedicati all’alimentazione che hanno

L’Esposizione Universale di Milano è in pieno svolgimento. Un milione di metri quadri di area espositiva dedicati all’alimentazione che hanno scatenato l’appetito del malaffare.

Quasi 14 miliardi di euro è la stima degli investimenti complessivi: un piatto sul quale hanno tentato di allungarsi le mani della corruzione e della mafia. L’Expo è insieme la cartina di tornasole dei peccati capitali dell’Italia e l’ultimo fronte di contrasto al business criminale: dopo i primi arresti per le tangenti nel maggio del 2014, è stata varata una legge con nuovi strumenti per la correttezza nei lavori pubblici.

A dare l’impulso è stata l’indagine della Procura di Milano, chiusa per una parte rilevante, che ha scoperchiato una ‘‘cupola’‘ che cercava di pilotare gli appalti. ‘‘In relazione a due procedure d’appalto per Expo erano emerse condotte illecite dal punto di vista penale, dal punto di vista della turbativa della gara, cioè l’alterazione dei meccanismi della procedura d’appalto e sotto il profilo del versamento di denaro e di altra utilità per condizionare la gare e quindi episodi di corruzione’‘, spiega il pm Gittardi che ha coordinato l’inchiesta con Antonio D’Alessio.

L’inchiesta della magistratura ha rivelato l’esistenza di un’associazione per delinquere pericolosa che godeva di ‘‘agganci istituzionali ad alto livello per intervenire sui pubblici ufficiali’‘. Un sistema ben collaudato: gli appalti venivano dati in cambio di ‘‘avanzamenti di carriera’‘ grazie a ‘‘protezioni politiche’‘. ‘Uno dei vantaggi che può trarre un pubblico ufficiale nel truccare la gara soprattutto da parte degli intermediari è quello di assicurare a questo pubblico ufficiale degli avanzamenti di carriera, delle funzioni particolarmente rilevanti all’interno di organismi o di enti pubblici perché chiaramente a queste cariche sono collegati o posizioni di potere, di influenza o anche semplicemente degli stipendi, delle retribuzioni più elevate’‘, aggiunge Gittardi.

Sette gli arrestati, tra cui Antonio Acerbo, ex subcommissario e responsabile del Padiglione Italia che ha concordato con la Procura di Milano di patteggiare 3 anni di reclusione e di pagare un risarcimento di 100 mila euro. L’inchiesta ha fatto piombare l’Italia nella stagione di ‘‘Mani pulite’‘, alcuni nomi dei coinvolti figurano già nell’inchiesta di ‘‘Tangentopoli’‘: l’ex Dc Gianstefano Frigerio e l’ex Pci Primo Greganti.

All’estero viene proiettata ancora l’immagine di Italia come patria della corruzione danneggiando l’Expo. ‘‘Mi sono naturalmente preoccupata perché il mio compito era quello di portare la rappresentazione dell’Italia nei modi migliori e nei tempi corretti. L’idea di questi mesi che abbiamo perso, con una battuta d’arresto grazie a queste inchieste della magistratura con quello che ne è seguito, quindi dimissioni, naturalmente ci ha preoccupato’‘, è il commento di Diana Bracco, Presidente Expo 2015 e Commissario per il Padiglione Italia.

Inchieste a parte, i ritardi hanno caratterizzato l’intera preparazione dell’Expo scatenando polemiche. Lo scenografo tre volte premio Oscar Dante Ferretti ha denunciato che il suo lavoro, consegnato un anno prima, era ancora fermo a poche settimane dall’apertura. ‘‘Ho chiamato il mio avvocato e gli ho detto mi dispiace, non voglio più partecipare a questa cosa, ho un mio nome da difendere’‘, racconta Dante Ferretti nel suo studio di Cinecittà a Roma, appena rientrato da Taiwan per l’ultimo film di Martin Scorsese ‘‘Silence’‘.

Dante Ferretti ha lavorato per quattro anni alla scenografia per il Cardo e il Decumano, le due dorsali principali dell’esposizione. Nonostante i ritardi e il dimezzamento del suo progetto, ha deciso lo stesso di celebrare l’Italia attraverso il cibo, grazie all’intervento di Napolitano. ‘‘Ho ricevuto una telefonata dal presidente Giorgio Napolitano che io conosco, mi ha detto ‘senta Ferretti io ho speso tanto tempo per poter portare l’Expo a Milano per cui mi dispiace molto quello che è successo, non è possibile rimandare l’apertura del Decumano per la Festa della Repubblica, il 2 Giugno?’ Sì ho risposto, tutto è possibile’‘, racconta Ferretti.

Secondo la magistratura, i ritardi non sono imputabili alle indagini: ‘‘Io penso che uno non abbiamo rallentato l’attività di Expo, perché di fatto non si sono bloccati i cantieri. Due, le indagini hanno consentito di accertare determinati fatti di reato ed eliminare nei limiti del possibile la possibilità che questi reati proseguissero e quindi che la situazione degli appalti di Expo si aggravasse ulteriormente’‘, dice il pm Gittardi.

Dopo gli arresti, del monitoraggio degli appalti si è occupata l’Autorità nazionale Anticorruzione. Per l’Expo è stata creata un’ ‘‘Unità operativa speciale’‘ (UOS). ‘‘Su Expo l’Autorità nazionale anticorruzione ha avuto dei poteri straordinari. Dal 24 giugno in poi abbiamo controllato tutti gli appalti. Siamo potuti intervenire anche commissariando alcuni appalti. È stata messa in campo un’attività molto coraggiosa. È stato creato un sistema di controllo degli appalti che ha anche sollevato un interesse a livello internazionale: l’Ocse, che ha lavorato in parte con noi sui controlli, riconosce che il nostro sistema merita persino di essere esportato in altre realtà’‘, spiega il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.

Un altro aspetto su cui bisognerà fare luce è quello dei lavori aggiuntivi e dei costi lievitati, addirittura raddoppiati, del Padiglione Italia. Diana Bracco conferma il dato ma assicura che il costo aggiuntivo è stato pagato dai privati. ‘‘È vero che il Padiglione Italia è costato di più perché ha dato di più, un piano in più per la mostra, volevamo essere più ricchi nell’offerta, perché ha dato un Cardo più ricco, perché volevamo portare a bordo tutte le imprese che ce lo chiedevano. Dallo Stato abbiamo avuto 60 milioni di euro e altrettanti ne abbiamo presi dai privati.’‘

Sulla questione dei costi (63 milioni di euro) non rispettati per la costruzione del Padiglione Italia, bisogna ancora capire a chi verrà presentato il conto, dice Raffaele Cantone: ‘‘I costi sono certamente molto lievitati, è ancora impossibile dire quanto perché c‘è in corso una transazione. I costi sono lievitati perché sono stati fatti moltissimi lavori extra, sono state fatte moltissime variazioni dal punto di vista anche della progettazione. Capiremo alla fine quanto sono lievitati e soprattutto quanto di questa lievitazione verrà imputata alla stazione appaltante o come dice Giuseppe Sala, l’amministratore delegato di Expo 2015, agli sponsor’‘.

L’Italia è uno dei Paesi più corrotti in Europa. Le tangenti fanno lievitare fino al 40 % in più i costi delle opere pubbliche, una mega tassa pagata dai cittadini. Due appalti dell’Expo, al centro di procedimenti penali sono stati commissariati, senza bloccare i cantieri. ‘‘Il commissariamento si traduce in una vera e propria sostituzione dell’imprenditore, con riferimento a quello specifico appalto, il commissario sarà colui che da quel momento all’interno dell’impresa si occuperà di quello specifico appalto’‘, spiega Cantone.

Le investigazioni hanno dimostrato che in Lombardia l’imprenditoria entra in affari con la mafia, soprattutto La ‘Ndrangheta. Il prefetto di Milano ha firmato per l’Expo 80 interdittive antimafia per un totale di 55 aziende coinvolte alle quali è stato impedito di lavorare su 80 appalti.

‘‘Milano è stata in questi ultimi mesi un laboratorio per verificare la tenuta e l’utilità di nuovi strumenti: le interdittive e i commissariamenti’‘, dice il prefetto Francesco Paolo Tronca.

Cento milioni di euro è il giro di affari su cui l’ndrangheta era riuscita a mettere le mani secondo la Direzione Nazionale Antimafia. La criminalità organizzata punta a piccole commesse con importi inferiori ai 150 mila euro, la soglia che fa scattare i ‘‘normali’‘ controlli antimafia.

‘‘La mafia di solito utilizza dei prestanome quando deve partecipare a gare di appalto, quando vuole effettuare la sua azione di conquista del territorio utilizza degli strumenti abbastanza insidiosi: sono quelli di individuare i soggetti, anche economici, vulnerabili, in condizioni di fragilità, cerca di venire incontro alle loro esigenze, ma poi li coopta nel sistema’‘, aggiunge il prefetto di Milano.

Il volto della mafia al nord è fatto di atti intimidatori ai quali segue l’omertà o la complicità delle vittime. La ‘Ndrangheta si è radicata nell’economa lombarda, per colpire la mafia imprenditrice è necessario smascherare la ‘‘zona grigia’‘ e i poteri che la sostengono.

‘‘L’Expo è il primo grande evento che accanto a delle forti ombre ha delle forti luci. Ci sono state delle interdittive che hanno colpito la zona grigia, quella dei faccendieri e degli imprenditori. Le indagini della prefettura e della procura hanno fatto in modo che queste aziende venissero cacciate fuori dall’ Expo ed l’Expo diventasse un evento, come dicono loro, mafia free’‘: è la valutazione fatta da Piero Colaprico, giornalista di ‘‘La Repubblica’‘ che ha seguito con il suo lavoro di inchiesta giornalistica tutto l’iter giudiziario legato all’Esposizione Universale di Milano.

L’Expo può essere vista come l’Italia in miniatura con i suoi vizi e le virtù. Gli economisti sono divisi sui reali benefici dell’evento, ma su un punto sono d’accordo: per ripartire bisogna guarire dai mali che ostacolano la crescita. In cima alla lista ci sono corruzione e mafia che distruggono e drogano il libero mercato, azzerando il merito.

Raffale Cantone: ‘‘La corruzione è sottovalutata a livello culturale’‘. Guarda l’intervista integrale

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