Gli occhi dell'agnello di Van Eyck che incantano il mondo

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Torna oggi nella cattedrale di San Bavone a Gand, in Belgio, il polittico dei fratelli Eyck (XV secolo). Per gli occhi troppo umani dell'agnello c'è chi ha chiesto il licenziamento dei restauratori che, però, hanno solo grattato via successivi restauri

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Un'opera monumentale che dopo anni di restauro torna a casa. Si tratta del polittico dell'agnello mistico di Hubert e Jan Van Eyck, una delle pale d'altare più famose al mondo, ora di nuovo visibile nella cattedrale di San Bavone a Gand, in Belgio.

Alcuni elementi chiave dell'opera del quindicesimo secolo erano stati coperti da successivi restauri e grattando la vernice sono emerse perle.

I restauratori hanno rimosso pittura di 5 secoli fa

Marie Postec, la restauratrice, spiega come sono andati i lavori: "La principale difficoltà è stata togliere degli strati molto antichi. Comunque non abbiamo preso dei rischi, non se ne prendono a priori, figuriamoci su un'opera del genere. Ci siamo presi il tempo di localizzare bene la pittura successiva e di capire in che misura era possibile rimuoverla senza danneggiare l'originale".

Così sono venuti fuori gli occhi incredibilmente umani dell'agnello. Occhi verdi che hanno scioccato tutti: gli addetti ai lavori e la critica. 

Il restauro è stato affidato al Belgium Royal Institute for Cultural Heritage ed è costato oltre 2 milioni di euro. 

Il dipinto, le sue vicissitudini e i 'Monuments men' di George Clooney

Il dipinto ha subito in sei secoli diverse vicissitudini. Ha anche ispirato il film The Monuments men di George Clooney ma solo ora si può dire che è stato davvero ritrovato. Durante la seconda guerra mondiale infatti il dipinto venne spostato nel museo di Pau, sui Pirenei francesi ma Hitler lo requisì e lo nascose con l'intenzione di portarlo in Germania. Venne recuperato nell'ambito del programma Monuments, Fine Arts, and Archives dai monuments men, il corpo di militari alleati destinato a salvare le opere d'arte, e fu restituito al Belgio a fine guerra con una cerimonia ufficiale.

Anche nei secoli precedenti l'opera, diversi pannelli su legno di quercia, era stata spostata più volte.

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