Le mille sonorità del Baku Jazz Festival

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Di Wolfgang Spindler
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Non solo jazz, ma anche pop, rock e musica classica. Le mille sonorità del Baku Jazz Festival

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Un evento, che da anni, appassiona non solo gli amanti del genere. E’ il Baku Jazz Festival. Una kermesse che attrae spettatori da tutta Europa e da tutto il mondo per ascoltare i talenti dell'Azerbaijan e non solo...

Ad aprire l’evento il concerto della band turca blues.rock dei Feti Çağlayam. A seguire l’esibizione di 3 musicisti di tre paesi diversi che insieme hanno formato il gruppo Freedoms Trio, con sede in Svezia.

Nel corso degli ultimi anni, il Freedoms Trio, ha avuto molto successo. Da quando si è formato, nel 2015, ha già tenuto oltre 120 concerti nei principali festival in Europa e negli Stati Uniti. Il loro secondo album, “Freedoms Trio II" è uscito lo scorso anno.

A deliziare il pubblico, quest’anno anche il sassofonista olandese Yuri Honing del "[Quartetto Acustico](Quartetto Acustico)” che lui stesso ha fondato. Alla batteria Joost Lijbaart, al piano Wolfert Brederode e al basso Gulli Gudmundsson. “ Per tanto tempo ho spaziato dalla musica classica alla musica jazz, attraverso sonorità arabe. Poi ho iniziato ad interessarmi anche al Pop e ora mi piacciono anche tocchi di musica rock. Mixiamo tutto. Nelle nostre composizioni ci sono molte influenze musicali. E’ molto piacevole sentire diversi generi”, ci racconta il cantante.

Il musicista, 54enne, ha iniziato a suonare il piano quando aveva 5 anni. Poi a 12 anni ha scoperto la magia sassofono. Oggi è considerato uno dei sassofonisti più creativi. Il nuovo album uscirà la prossima primavera.

ALLA SCOPERTA DI GIOVANI TALENTI

Musica e non solo. Il Baku Jazz Festival, con il suo concorso internazionale, promuovere i giovani talenti. Musicisti che amano il jazz non solo per il successo in sè. Ma per passione come ci ha raccontato anche il Presidente della giuria, Rauf Alyev: “Bisogna capire chi lavora e studia duramente per arrivare. Che tipo di talenti hai di fronte. Bisogna saper interpreatare questo talento. Non è una cosa semplice. Ci sono persone, che quando le senti suonare, capisci subito che potranno davvero funzionare.”

Sul palcoscenico anche il gruppo tedesco MASAA. A formare la band il cantante libanese Rabih Lahoud, il batterista-percussionista Demian Kappenstein, il trombettista Marcus Rust e il chitarrista Reentko Dirks. Vivono tutti a Dresda. Scrivono testi in arabo e francese. “La lingua araba gioca un ruolo fondamentale in questa band. Non nel senso che è al centro di tutto. Mi spiego E’ il suono delle parole quello che colpisce. Giocare con le parole per creare delle sonorità,” ci fa notare il leader della band.

Ad incantare il pubblico anche la cantante, pianista e compositrice francese Julie Eriksen: un mix di pop, jazz e blues francese. Il suo album “Out of Chaos” è uscito lo scorso anno. "Sono sempre stata molto attratta dal pianoforte, fin da quando ero piccola. Così come mi piaceva la musica classica. Ho sempre ascoltato musica del periodo del romanticismo, Chopin e altri. La passione per il canto è nata ascoltando i dischi jazz dei miei genitori. Ho cantanto anche nel corso della chiesa. Da quel momento il Vangelo ispira parte dei miei testi.”

Concerti, eventi e jam session. Un Festival quello di Baku che offre sempre qualcosa di nuovo. Il Jazz si basa sulla libertà. Assorbe le influenze sonore di tutto il mondo. E per l’edizione 2019, il Baku Jazz Festival, ha superato se stesso. UN programma davvero creativo, musicisti da tutto il mondo. Multiculturalismo e passione per sonorità diverse. Per stregare gli amanti del genere e un pubblico sempre più diversificato.

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