Alto il livello della competizione internazionale. Vince l'Alessandro d'Oro il britannico "Ray & Liz".
12 giorni di proiezioni, tributi, eventi paralleli e incontri con ospiti. Oltre 230 film da tutto il mondo. Salonicco ha ospitato la cinquantanovesima edizione del suo Festival internazionale del cinema dal 1° all'11 novembre. Ad aggiudicarsi l'Alessandro d'Oro è stato il fotografo britannico Richard Billingham per "Ray & Liz". Non l'unica perla, secondo il giurato Alfonso de Vilallonga: "Ho trovato molti film interessanti per ragioni diverse. Ma direi che il livello in generale è stato molto alto".
Con oltre 80 mila visitatori, la maggior parte delle proiezioni sono andate esaurite. Quest'anno il festival si è ispirato a un tema classico ma poco noto dell'arte: la selezione per la competizione internazionale di quest'anno è stata fatta usando come "bussola" Caritas Romana, il racconto di una figlia che allatta segretamente il padre in prigione, condannato a morire di fame".
Il Festival ha poi invitato giovani artisti greci a creare opere originali ispirandosi ai film in gara. L'obiettivo è la convergenza delle arti, dice il direttore Orestis Andreadakis: "Abbiamo organizzato per il secondo anno consecutivo una mostra con opere di 15 giovani artisti greci. Ciascuno si è ispirato a uno dei film della competizione internazionale. Noi crediamo che il cinema non sia solo cinema, che le opere d'arte debbano interagire fra loro e che gli artisti debbano trarre ispirazione gli uni dagli altri, in un costante dialogo creativo".
Nel contesto di Agorà, la sezione dei professionisti che "cucinano" i film del futuro, lo chef greco Vasilis Kallidis ha deliziato gli ospiti stranieri del festival con alcune ricette greche.
In un'ampia sezione tributo al cinema queer greco sono stati proiettati 38 fra corto e lungometraggi realizzati dalla fine degli anni '60 ai giorni nostri. Il regista Constantine Giannaris spiega: "Il cinema queer greco ha sofferto del ritardo che c'è stato nel nostro paese nello sviluppare un movimento, dal punto di vista politico e cinematografico. Oggi abbiamo opere eccezionali e io spero di trasformare questo deficit in un surplus artistico in futuro, fino a creare una nuova avanguardia".
Uno dei maggiori tributi è stato reso al mondo del duo artistico cileno Cristóbal León e Joaquín Cociña. Un allucinato viaggio cinematografico attraverso film sperimentali in stop-motion. Perché, svela León, "Abbiamo trovato nel film un mezzo in cui possiamo sviluppare tutti i nostri interesti, narrativi, visivi, la scultura, la pittura, il disegno. In particolare lo stop-motion è un campo in cui possiamo sviluppare tutte queste passioni".