Le arti si incontrano al Festival del cinema di Salonicco

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Di Yorgos Mitropoulos
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Alto il livello della competizione internazionale. Vince l'Alessandro d'Oro il britannico "Ray & Liz".

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12 giorni di proiezioni, tributi, eventi paralleli e incontri con ospiti. Oltre 230 film da tutto il mondo. Salonicco ha ospitato la cinquantanovesima edizione del suo Festival internazionale del cinema dal 1° all'11 novembre. Ad aggiudicarsi l'Alessandro d'Oro è stato il fotografo britannico Richard Billingham per "Ray & Liz". Non l'unica perla, secondo il giurato Alfonso de Vilallonga: "Ho trovato molti film interessanti per ragioni diverse. Ma direi che il livello in generale è stato molto alto".

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Publiée par Thessaloniki International Film Festival sur Dimanche 11 novembre 2018

Con oltre 80 mila visitatori, la maggior parte delle proiezioni sono andate esaurite. Quest'anno il festival si è ispirato a un tema classico ma poco noto dell'arte: la selezione per la competizione internazionale di quest'anno è stata fatta usando come "bussola" Caritas Romana, il racconto di una figlia che allatta segretamente il padre in prigione, condannato a morire di fame".

Il Festival ha poi invitato giovani artisti greci a creare opere originali ispirandosi ai film in gara. L'obiettivo è la convergenza delle arti, dice il direttore Orestis Andreadakis: "Abbiamo organizzato per il secondo anno consecutivo una mostra con opere di 15 giovani artisti greci. Ciascuno si è ispirato a uno dei film della competizione internazionale. Noi crediamo che il cinema non sia solo cinema, che le opere d'arte debbano interagire fra loro e che gli artisti debbano trarre ispirazione gli uni dagli altri, in un costante dialogo creativo".

Nel contesto di Agorà, la sezione dei professionisti che "cucinano" i film del futuro, lo chef greco Vasilis Kallidis ha deliziato gli ospiti stranieri del festival con alcune ricette greche.

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Publiée par Thessaloniki International Film Festival sur Dimanche 11 novembre 2018

In un'ampia sezione tributo al cinema queer greco sono stati proiettati 38 fra corto e lungometraggi realizzati dalla fine degli anni '60 ai giorni nostri. Il regista Constantine Giannaris spiega: "Il cinema queer greco ha sofferto del ritardo che c'è stato nel nostro paese nello sviluppare un movimento, dal punto di vista politico e cinematografico. Oggi abbiamo opere eccezionali e io spero di trasformare questo deficit in un surplus artistico in futuro, fino a creare una nuova avanguardia".

Uno dei maggiori tributi è stato reso al mondo del duo artistico cileno Cristóbal León e Joaquín Cociña. Un allucinato viaggio cinematografico attraverso film sperimentali in stop-motion. Perché, svela León, "Abbiamo trovato nel film un mezzo in cui possiamo sviluppare tutti i nostri interesti, narrativi, visivi, la scultura, la pittura, il disegno. In particolare lo stop-motion è un campo in cui possiamo sviluppare tutte queste passioni".

Risorse addizionali per questo articolo • Versione italiana e web: Selene Verri

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