Lo scandaloso "Bakur" di Çayan Demirel & Ertuğrul Mavioğlu.

Lo scandaloso "Bakur" di Çayan Demirel & Ertuğrul Mavioğlu.
Di Euronews
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Ecco il documentario cinematografico che ha scatenato uno scandalo quest’anno al Festival Internazionale del Film di Istambul. La proiezione del

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Ecco il documentario cinematografico che ha scatenato uno scandalo quest’anno al Festival Internazionale del Film di Istambul.
La proiezione del film è stata annullata perchè il film, secondo la censura turca, non aveva ottenuto il nulla osta.

Bakur segue i movimenti del PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan sulle montagne del Kurdistan turco al momento in cui si avvia il processo di pace fra il PKK e il governo turco.

Il film è una rara opportunità per spiegare le ragioni di questo scontro.

Com‘è possibile conquistare la fiducia dei combattenti del PKK?

Ertuğrul Mavioğlu, regista e giornalista:
“Sono stato giornalista fin dal 1985 e il mio stile di trattare le cose è noto a tutti, la gente sa che puo’ credere in me, non ho manipolato le informazioni”.

Il coregista curdo Cayan Demirel ha avuto un infarto e non poteva venire al festival. Il documentario è stato girato durante il cessate il fuoco del 2013/2014 e illustra la vita quotidiana della guerriglia in montagna. Parla di uomini e donne che hanno scelto la lotta armata per dare un futuro migliore alla loro gente. “Bakur” racconta la battaglia sull’identità nazionale del PKK che sembra diventato un movimento delle donne.

Ertuğrul Mavioğlu: “Vorrei spiegare che questo non è un film sulle donne. Siamo andati nei campi del PKK in Turchia dove c’erano le donne e abbiamo intervistato anche loro, volevamo mostrare la loro realtà, le loro aspettative di vita al campo. Non siamo noi che raccontiamo la storia ma sono loro che la raccontano, siamo solo testimoni”.

Girare è stato molto duro, la troupe ha dovuto inerpicarsi in mezzo a montagne pericolose ad altezze in cui l’ossigeno scarseggia.

Ertuğrul Mavioğlu: “C‘è voluto del tempo per adattarsi allo stile di vita della guerriglia ci siamo ammalati per via delle condizioni igieniche e dell’alimentazione”.

Il film descrive l’intimità della vita nei campi e le cose in cui crede la guerriglia che combatte da tanti anni l’esercito turco. Alcuni sostengono che il documentario sia favorevole ai combatenti del PKK e quindi diventi propaganda.

La censura sul film capita proprio nel momento in cui si schiude una distensione fra PKK e Governo Turco.

Wolfgang Spindler: “Il clamore sul divieto della proiezione del documentario e le discussioni in merito al suo contenuto hanno sancito il naufragio del film. Ma i film e l’arte in generale non servono proprio ad affrontare temi sociali / politici anche difficili per discuterli in pubblico?

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