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Mediolanum: Corte Ue annulla decisione Bce su stop acquisizione Berlusconi

Silvio Berlusconi nel 2014
Silvio Berlusconi nel 2014 Diritti d'autore Riccardo De Luca/AP Photo
Diritti d'autore Riccardo De Luca/AP Photo
Di Jack Schickler
Pubblicato il
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Secondo la Corte la Bce non aveva il diritto di indagare sulle partecipazioni di Silvio Berlusconi in Banca Mediolanum, nonostante la condanna del defunto premier italiano per frode fiscale

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Vittoria postuma per Silvio Berlusconi: la Corte europea ha annullato la decisione della Bce del 2016 che negava l'acquisizione di una partecipazione qualificata in Banca Mediolanum da parte dell'ex premier. Secondo i giudici di Lussemburgo, l'Eurotower non poteva legittimamente opporsi alla detenzione da parte di Berlusconi di una partecipazione qualificata nella società Banca Mediolanum.

La Bce, spiega la nota della Corte, non poteva legittimamente opporsi alla detenzione da parte di Silvio Berlusconi di una partecipazione qualificata nella società Banca Mediolanum, situazione che risultava unicamente dalla conservazione, da parte dell'interessato, di una partecipazione qualificata che aveva acquisito prima del recepimento delle disposizioni del diritto dell'Unione sulle quali la Bce si era basata.

La vicenda legata a Fininvest

La Banca centrale, in qualità di principale supervisore finanziario dell'Ue, ha la responsabilità di vigilare su chiunque possieda più del 10 per cento delle azioni di una banca.

Nel 2016 l'autorità di vigilanza ha contestato la partecipazione di Berlusconi, attraverso la sua società di investimenti Fininvest, nella banca, a causa della condanna per frode.

Giovedì i giudici hanno però affermato che la Bce non ha il diritto di indagare su una transazione avvenuta quando la banca è stata rilevata da una sua controllata, ribaltando una precedente sentenza del Tribunale del 2022 che aveva dato ragione a Francoforte.

Dopo la crisi finanziaria, il potere di controllare le banche dell'Ue è passato dalle autorità nazionali alla Bce. Nel 2014, la Banca d'Italia ha ordinato a Berlusconi di vendere le sue azioni, decisione poi ribaltata in appello dai tribunali nazionali.

Nella sua variopinta carriera, durante la quale è stato più volte presidente del Consiglio, Berlusconi ha affrontato diversi processi per accuse, dall'affiliazione mafiosa, corruzione e prostituzione minorile. La sua unica condanna è stata per un caso di frode fiscale del 2013.

Nonostante la scomparsa nel 2023, il caso è stato portato avanti dai suoi eredi e dai membri della sua famiglia, molti dei quali siedono nel consiglio di amministrazione della Fininvest e mantengono legami con le altre società, come l'emittente Mediaset.

I portavoce della Fininvest e della Bce non hanno risposto a una richiesta di commento.

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