A volte, la via più breve tra il Sud America e il Panama passa dalla Nuova Zelanda. A suggerirlo è una nuova analisi dell’immensa banca dati uscita
A volte, la via più breve tra il Sud America e il Panama passa dalla Nuova Zelanda.
A suggerirlo è una nuova analisi dell’immensa banca dati uscita dallo studio Mossack Fonseca, che indica come i ricchi latino-americani si siano ampiamente avvalsi del generoso regime fiscale neo-zelandese per costituire fondi fiduciari e società fantasma.
Il premier John Key rifiuta l’appellativo di “paradiso fiscale” per il suo Paese. Messo alle strette dalla stampa locale, ha detto che “le norme attualmente in vigore in Nuova Zelanda impongono già ai fondi stranieri di essere registrati e di esibire i dati finanziari su richiesta del governo, che li può trasmettere al fisco di altri Paesi”.
La filiale di Mossack Fonseca in Nuova Zelanda è la Bentleys Chartered Accountants, creata a Aukland nel 2013. Qui, lo studio legale panamense indirizzava i suoi clienti da Messico, Uruguai, Brasile, Cile e Ecuador, complice un regime fiscale che garantisce ai fondi stranieri tasse vicine allo zero e riservatezza elevata.
Lo scandalo dei Panama Papers ha alzato il velo su una miriade di società offshore, costringendo molte delle personalità pubbliche coinvolte a spiegare le ragioni di tanta segretezza.