La Thailandia si trova al diciottesimo posto della classifica “DoingBusiness”. Il Paese non attira soltanto milioni di turisti, ma anche uomini d’affari che investono per esempio nel settore della tecnologia dell’informazione e della comunicazione, atteso crescere del 10% quest’anno.
Il settore informatico è in piena espansione. La domanda è molto alta, così come è elevato il livello di qualificazione e di expertise. Inoltre, il Paese vanta una posizione strategica in Asia.
Tra i vantaggi della Thailandia c‘è il costo competitivo della manodopera, ma anche la preparazione e la competenza degli ingegneri che sviluppano le applicazioni e i software per computer e smartphone, venduti anche nei Paesi emergenti vicini, dove la richiesta è enorme.
“Oggi, il settore dell’elettronica e dei computer in Thailandia è quello che esporta di più in termini di valore, rappresenta il 20% di tutto l’export del Paese. E dà lavoro a circa 200mila persone”, dice Sampan Silapanad, presidente della Electronics and Computer Employers’ Association.
Altro punto a favore è la posizione strategica al cuore dell’Asean, l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico. Il prossimo anno i dieci Paesi membri formeranno una comunità economica, proprio come accadde con la Comunità europea. Questa zona di libero scambio riunirà oltre 700 milioni di persone e sarà appetibile per molti investitori.
“Tra questi dieci Paesi, la Thailandia è quello più avanzato a livello di infrastrutture. Credo che diventerà un hub regionale a supporto dei Paesi limitrofi, come la Cambogia, Myanmar, il Laos e il Vietnam”, dice Harry Yang, Managing Director di Acer.
Diverse società del settore informatico hanno il quartier generale qui, a partire dal gruppo thailandese Acer o dai due giganti dell’hard-disk Western Digital e Sea Gate.
“Insieme, questi due gruppi hanno l’80% del mercato mondiali dei dischi fissi – dice Sampan Silapanad- . Il 50% degli investimenti di Western Digital e di Sea Gate è fatto qui in Thailandia”.
Dopo un periodo di instabilità politica, dalla fine del 2011 la Thailandia è tornata alla piena legittimità democratica. Il governo ha fatto riforme economiche e ha abbassato l’aliquota sui profitti delle imprese. L’economia, che nel 2011 non è quasi cresciuta, si è rimessa in moto e nel 2013 il Pil è salito del 4,2 per cento. Anche il Pil pro capite della popolazione locale è in costante aumento. L’inflazione è sotto controllo.
Gli investitori stranieri possono contare su diversi aiuti. Il governo incentiva le joint venture, ma sono possibili anche investimenti diretti. Uno sportello unico semplifica le procedure amministrative e burocratiche.