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Corea del Nord: è morto Kim Yong Nam, per due decenni il volto diplomatico del regime

FILE - Kim Yong Nam, capo del Presidium dell'Assemblea Suprema del Popolo della Corea del Nord, parla con l'Associated Press presso la Mansudae Assembly Hall di Pyongyang, in Corea del Nord.
FILE - Kim Yong Nam, capo del Presidium dell'Assemblea Suprema del Popolo della Corea del Nord, parla con l'Associated Press presso la Mansudae Assembly Hall di Pyongyang, in Corea del Nord. Diritti d'autore  David Guttenfelder/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore David Guttenfelder/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.
Di Jeremiah Fisayo-Bambi Agenzie: AP
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La Korean Central News Agency ha ricordato Kim come “un fedele sostenitore dell’ideologia del Partito dei Lavoratori”, lodandone la “competenza diplomatica e i contributi alla politica estera del Paese”

È morto a 97 anni Kim Yong Nam, figura storica del regime nordcoreano ed ex presidente del Praesidium dell’Assemblea Suprema del Popolo, ruolo che lo rese per oltre vent’anni il capo di Stato cerimoniale della Corea del Nord. A riferirlo martedì sono stati i media statali, secondo cui il dirigente è deceduto lunedì per insufficienza multipla degli organi.

La Korean Central News Agency (Kcna) ha ricordato Kim come “un fedele sostenitore dell’ideologia e della leadership del Partito dei Lavoratori”, lodandone la “competenza diplomatica e i contributi alla politica estera del Paese”.

Il leader nordcoreano Kim Jong Un ha fatto visita alla tomba di Kim Yong Nam nelle prime ore di martedì, rendendo omaggio a colui che per anni aveva rappresentato il volto ufficiale della Corea del Nord sul piano internazionale. Secondo la Kcna, giovedì si terrà un funerale di Stato, con Kim Jong Un a capo del comitato funebre composto da cento membri.

Nato nel 1928 da una “famiglia patriottica” che si oppose al dominio coloniale giapponese, Kim Yong Nam entrò nel Partito dei Lavoratori negli anni Cinquanta, scalando rapidamente i vertici politici. Nel 1998 assunse la presidenza del Praesidium, carica che lo rese il principale rappresentante del Paese all’estero.

Sebbene il suo ruolo fosse in gran parte simbolico, Kim Yong Nam divenne una figura centrale della diplomazia nordcoreana, incontrando leader stranieri e partecipando a numerosi vertici internazionali. Il potere effettivo, tuttavia, è sempre rimasto saldamente nelle mani della famiglia Kim.

In questa foto fornita dal governo nordcoreano, il leader Kim Jong Un, terzo a sinistra, porge le sue condoglianze davanti alla bara di Kim Yong Nam, in un luogo non rivelato.
In questa foto fornita dal governo nordcoreano, il leader Kim Jong Un, in terza fila a sinistra, porge le sue condoglianze davanti alla bara di Kim Yong Nam in un luogo non rivelato. 朝鮮通信社/AP

Nel febbraio 2018, Kim Yong Nam partecipò alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di PyeongChang in Corea del Sud, accanto a Kim Yo Jong, sorella di Kim Jong Un. L’evento segnò un raro momento di distensione tra le due Coree: fu la visita di più alto livello da parte di un funzionario nordcoreano dal 2014 e un gesto simbolico nel tentativo di migliorare i rapporti con Seoul e Washington.

A causa dell’età, la sua influenza politica diminuì progressivamente. Nell’aprile 2019 fu sostituito da Choe Ryong Hae, stretto alleato di Kim Jong Un e attuale capo di Stato nominale.

In Corea del Sud, la notizia della sua morte è stata accolta con rispetto. Il ministro dell’Unificazione Chung Dong-young ha ricordato Kim Yong Nam come “un interlocutore chiave nei momenti di dialogo e speranza per la pace nella penisola coreana”, citando i loro incontri del 2005 e del 2018 a Pyongyang.

Con la sua scomparsa, la Corea del Nord perde uno dei protagonisti più longevi della sua storia diplomatica, una figura che per oltre mezzo secolo ha incarnato la continuità e la lealtà al regime dei Kim.

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