Cassazione, multati per aver scritto 'dottor Jekill' al capo

(ANSA) – ROMA, 23 FEB – E’ offensivo – in una “lettera
aperta” di critica sindacale – riferirsi al capo definendolo una
persona con “preoccupanti disturbi mentali” e “una personalità
da dottor Jekill e mister Hide”. A pensarlo è la Cassazione che
ha confermato l’accusa di diffamazione aggravata per due
sindacalisti di un sindacato autonomo della polizia,
infliggendogli una multa di 300 euro – con pena sospesa – anche
per questo riferimento al celebre romanzo gotico di Robert Louis
Stevenson sullo sdoppiamento della personalità di un medico
londinese che, sperimentando, scatena il suo ‘alter ego’
malvagio.
Senza successo, i due sindacalisti – ai quali è stata
riconosciuta la prevalenza delle circostanze attenuanti
generiche – hanno fatto ricorso alla Suprema Corte dopo essere
stati condannati in primo grado dal Tribunale di Bologna e poi
anche dalla Corte di Appello del capoluogo emiliano, con
sentenza del 29 gennaio 2021.
Invano i due imputati hanno sostenuto che la “lettera
aperta”, affissa nella bacheca sindacale, consegnata anche al
‘diretto interessato’ e depositata sulle scrivanie del personale
del Compartimento della Polizia postale dell’Emilia Romagna,
“non aveva alcun intento diffamatorio, ma era volta a instaurare
un confronto con lo stesso dirigente della Polizia di Stato in
ordine al forte disagio dei suoi sottoposti dovuto agli
atteggiamenti” che, ad avviso dei due sindacalisti, assumeva il
superiore gerarchico. Per gli ‘ermellini’, invece, è corretta la
decisione dei giudici di merito di escludere che ricorrano i
presupposti della “scriminante” del diritto di critica in quanto
si è trasceso “nell’invettiva” ai danni del dirigente. (ANSA).