GB: niente ripristino della nazionalità per l'ex sposa dell'Isil

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Diritti d'autore Metropolitan Police/AP
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Di Euronews
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La giovane si è unita allo Stato Islamico a 15 anni lasciando Londra con altre due amiche; ha fatto appello per riavere la nazionalità britannica, respinto il suo ricorso

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La questione è enorme: quale destino per i cittadini europei che si sono uniti all'Isil e che ora, finita l'avventura bellica, vogliono tornare in patria. La strada che indica un tribunale londinese è una porta chiusa. Il tema ritorna agli onori della cronaca con la storia di Shamima Begum una donna britannica che si è unita all'Isil quando aveva 15 anni e che oggi, 23enne, ha perso un ricorso al tribunale dell'immigrazione contro lo Stato che le aveva ritirato la cittadinanza britannica per motivi di sicurezza nazionale. 

Ancora valido il decreto dell'ex ministro dell'interno Javid

Facendo causa la giovane ha argomentato che le autorità avrebbero dovuto considerare il suo caso tratta di minori e che, togliendole la cittadinanza, Londra l'ha resa apolide. In ballo c'è anche un'inchiesta della Bbc secondo la quale nel trasferimento di Shamima e altre due ragazze verso la Siria ha giocato un ruolo un agente canadese che poi le avrebbe volute usare per raccogliere informazioni. Nonostante tutto gli avvocati di Shamima non hanno avuto la meglio: la Commissione speciale per i ricorsi in materia di immigrazione ha bocciato il suo ricorso considerando ad oggi valido il provvedimento punitivo, adottato contro di lei nel 2019 per asserite ragioni di sicurezza nazionale (materia di competenza governativa) dall'allora ministro dell'Interno, Sajid Javid.

Il verdetto odierno significa che Begum, nata in Inghilterra da genitori originari del Bangladesh ma cittadina solo del Regno Unito, non potrà tornare nella patria abbandonata adolescente quasi 8 anni fa assieme a due coetanee.

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