Anziani disabili in ghetto dentro i container, 3 denunciati

(ANSA) – REGGIOCALABRIA, 12 DIC – Doveva essere una
struttura residenziale per anziani e invece, secondo i
carabinieri, era un “ghetto” in cui gli ospiti non ricevevano
una qualificata assistenza ed erano costretti a vivere in un
ambiente insalubre e pericoloso dove venivano addirittura
controllati da un impianto di videosorveglianza. Il tutto in una
zona isolata di Bova Marina, al centro di un terreno agricolo
dove tre soggetti, un meccanico di 54 anni e due disoccupati, un
48enne e una donna di 46 anni, lontano da occhi indiscreti
avevano realizzato una struttura ricettiva per anziani
all’interno di uno stabile abusivo, edificato in metallo,
pannelli coibentati e container ad uso abitativo, in violazione
del piano di assetto idrogeologico, con scarichi a cielo aperto,
impianto elettrico non a norma con fili e prese volanti.
La casa per anziani abusiva è stata smantellata grazie
all’attività dei carabinieri della compagnia di Melito Porto
Salvo insieme ai militari del Nas di Reggio Calabria e a quelli
della stazione carabinieri forestale che hanno denunciato in
stato di libertà i responsabili della struttura, originari di
Bova Marina, per esercizio abusivo di professione, abbandono di
persone incapaci, abusivismo edilizio ed indebita percezione del
reddito di cittadinanza.
All’interno della casa per anziani, in precarie condizioni
igienico-sanitarie, i carabinieri hanno trovato quattro degenti
ottuagenari, affetti da disabilità fisiche e psichiche di
diversa gravità, non autosufficienti e bisognosi di continua
assistenza medica, infermieristica e farmacologica. Le
telecamere trovate lasciano presupporre agli inquirenti che la
presenza degli indagati sul posto fosse limitata durante la
giornata. Nello stabile, sottoposto a sequestro, c’erano
farmaci, dispositivi medici e derrate alimentari recanti la
marchiatura “Aiuto Ue – Fead” (Fondo di Aiuti Europei agli
Indigenti). Gli anziani, in discrete condizioni di salute, sono
stati invece affidati ai familiari o a strutture sanitarie
accreditate del territorio.
L’attività investigativa è coordinata dalla Procura della
Repubblica di Reggio Calabria, guidata da Giovanni Bombardieri,
che deciderà come procedere nei confronti dei tre gestori della
casa di riposo abusiva. (ANSA).