Un residente: "Benvenuti gli ucraini, ma questi sono govani africani..."
Le autorità olandesi stanno indagando sulla morte di un neonato di tre mesi avvenuta giovedì nel principale centro per richiedenti asilo del Paese, a Ter Apel, una struttura sovraffollata che, secondo le ONG, presenta "condizioni di vita disumane".
Malgrado ciò, davanti al centro si ripetono manifestazioni razziste, animate da gruppi di residenti che come quest'uomo, chiedono la chiusura della struttura.
"Noi diciamo che i veri rifugiati, come quelli che vengono dall'Ucraina, sono i benvenuti, ma questi sono giovani africani, e non possiamo più tollerarli".
Ad alimentare le proteste anche il sovraffollamento dei nuovi richiedenti asilo, in gran parte in fuga dalla Siria, costretti ad attendere fuori dal cnetro, all'addiaccio, che prima o poi qualcuno si faccia carico della situazione.
Ibrahim, rifugiato siriano, racconta:
"Sono rimasto tre giorni e faceva molto freddo. La scorsa notte c'era vento. C'era un vento forte e non abbiamo più dormito dalle tre del mattino in poi. Non ci sentiamo al sicuro fuori dal centro di accoglienza. Non siamo entrati e non abbiamo il permesso di entrare nel centro".
Secondo Medici senza frontiere nel centro mancano le docce e i bagni sono di fatto inagibili. "La situazione al suo interno è uguale a quella dei campi di Lesbo, in Grecia,", ovvero una condizione disumana.