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Epatiti acute nei bambini, mistero sulla causa: indaga anche l'OMS

Bambini all'ospedale Robert Debre di Parigi
Bambini all'ospedale Robert Debre di Parigi Diritti d'autore  Christophe Ena/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
Diritti d'autore Christophe Ena/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
Di Gioia Salvatori
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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In Gran Bretagna il maggior numero di malati, in Italia in un caso è stato necessario il trapianto

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I sintomi sono quelli della comune gastroenterite, più grave se nel bambino compare anche l'ittero, la pelle gialla: in questo caso bisogna consultare rapidamente un medico, potrebbe trattarsi di epatite. Gli scienziati di mezzo mondo si interrogano sui numerosi casi di epatite acuta nei bambini da un mese a 16 anni riscontrati in una dozzina di Paesi del mondo dagli Stati Uniti, al Giappone. Per la maggior parte si tratta di bimbi d'età inferiore ai 6 anni, non vaccinati contro il covid-19, esclusa dunque una relazione causale col vaccino più criticato dell'era contemporanea; resta il mistero sulla causa di queste epatiti acute non generate dai virus classici dell'epatite A,B,C,D,E. 

In Italia 11 casi e un trapianto di fegato

In Italia si registrano una decina di malati, per lo più in Veneto, e in caso è stato necessario il trapianto di fegato. I piccoli malati in tutto il mondo sono 190 di cui 110 nel Regno Unito, il Paese più colpito, i dati sono del centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). 

L'ipotesi dell'adenovirus F41

Proprio Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito sospetta che l'adenovirus F41 sia una probabile causa della malattia dato che è stato rilevato nel 75% dei casi confermati in Gran Bretagna. L'ipotesi però non convince l'Istituto superiore di sanità che sottolinea come l'adenovirus non abbia mai provocato epatiti in bimbi sani, cosa che sta avvenendo in questi giorni. Tra le ipotesi un'azione congiunta del nuovo coronavirus e dell'adenovirus oppure una diversa reazione all'adenovirus dopo i confinamenti, quindi la mancata o tardiva esposizione all'agente patogeno. Resta il mistero, mentre anche l'OMS ha avviato un'indagine.

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