La guerra alle fake news. I social media limitano accesso ai media russi vicini al regime

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Di Debora GandiniMatthew Holroyd
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Facebook così come Google e Tik Tok hanno bloccato l'accesso a RT e Sputnik per manipolazione e diffusione di notizie false sull’Ucraina

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Sono tantissime le misure adottate dai colossi tecnologici e dai social contro i media russi controllati da Mosca. Facebook così come Google e Tik Tok hanno bloccato l'accesso a RT e Sputnik per manipolazione e diffusione di notizie false sull’Ucraina.

Ma è importante sottolineare che non tutti in Russia e nel paese alleato, la Bielorussia, stanno seguendo la linea del Cremlino. A partire dal giornale Novaya Gazeta, il cui caporedattore, Dmitry Muratov, ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace 2021**, **insieme alla giornalista filippina Maria Ressa.  

La testata ha subito pressioni senza precedenti da parte di Mosca per la copertura dell’invasione dell'Ucraina, ma la direzione si è impegnata a continuare a pubblicare non solo in russo ma anche in lingua ucraina. E martedì una delle radio più popolari e seguite della Russia, Echo di Mosca, ha annunciato di essere stata oscurata, tra le minacce, per le notizie che stava diffondendo sulla guerra.

Malcontento, proteste e caccia alle notizie

Intanto non si fermano le proteste nelle strade della capitale russa e di molte altre città, anzi sono in aumento. Così come cresce il malcontento verso la guerra. Le ONG stimano che sono più di 6000 le persone arrestate da giovedì scorso. 

Una situazione simile sta accadendo anche in Bielorussia, dove, stando a quanto riferito da Kyiv, montano le proteste da quando i militari sono entrati anche in territorio ucraino. A Minsk la repressione contro i media è stata pesantissima e non si è mai fermata dalla contestata rielezione del presidente Alexander Lukashenko.

La giornalista Hanna Liubakova, borsista non residente al Consiglio Atlantico, ci ha raccontato che anche i residenti in Russia e in Bielorussia sono tenuti in ostaggio mentre i loro paesi invadono l'Ucraina.

"C'è una differenza tra il popolo bielorusso e il regime. Questo ha portato il nostro paese a diventare un aggressore e ha permesso alle truppe russe di venire in Bielorussia per attaccare l'Ucraina. Ma la gente è contraria. Ci sono molti pareri e commenti negativi, stati d'animo contrati alla guerra tra i cittadini che sono sempre sotto scasso di questo regime. Molta gente sta anche combattendo non solo contro una minaccia come Putin ma sta anche combattendo contro Lukashenko".

Da più parti aumentano dunque le conferme che le persone sia in Russia che in Bielorussia sono contrati al conflitto in questa guerra dell'informazione sulla guerra in Ucraina.

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