Soldi e stato di diritto. Secondo la Corte di giustizia Ue, chi beneficia dei fondi deve rispettare lo stato di diritto. Respinto il ricorso di Ungheria e Polonia
La Corte di Giustizia dell'Unione europea ha respinto il ricorso di Ungheria e Polonia contro il meccanismo di condizionalità che lega l'erogazione dei fondi europei al rispetto dello stato di diritto.
Budapest e Varsavia chiedevano di annullare il regolamento - in vigore dal gennaio del 2021 - che consente la sospensione dei pagamenti a valere sul bilancio europeo agli Stati membri in cui lo stato di diritto è minacciato o compromesso.
Grandi beneficiari dei fondi europei, entrambi i Paesi sono stati oggetto di crescenti critiche negli ultimi anni per essersi allontanati dai principi occidentali del rispetto dei valori democratici e di aver eroso l'indipendenza della magistratura e dei media.
"Una guerra santa, una jihad" così il primo ministro ungherese Viktor Orban ha definito la battaglia portata avanti dall'Unione europea, che - sia secondo l'Ungheria che secondo la Polonia - manca di una base giuridica adeguata.