Secondo gli ultimi dati dell'Agenzia europea dell'Ambiente nel 2019 sono diminuite le premature per polveri sottili. Si possono evitare 166.000 morti di smog all'anno seguendo le nuove linee dell'OMS
Diminuiscono i decessi per inquinamento atmosferico nell’Unione europea ma i dati restano ancora allarmanti. Secondo l’ultimo rapporto l’**Agenzia europea dell’ambiente**, nel 2019 le polveri sottili hanno causato 307.000 morti premature. Il tasso di mortalità è diminuito del 10% in un anno ma serve fare di più e rispettare i nuovi obiettivi di qualità dell'aria fissati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Secondo le nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2021si potrebbero evitare, nella sola Europa, oltre 166mila morti premature all’anno, 114.000 in più rispetto all’obiettivo previsto con le precedenti linee guida del 2005.
Le nuove stime arrivano da uno studio del Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal), pubblicato sul The Lancet Planetary Health. Le attuali direttive europee prevedono un limite medio annuale di 25 µg/m3 per PM2,5 e 40 µg/m3 per NO2.
Nella classifica delle città europee più inquinate e con il più alto tasso di mortalità ci sono molti centri italiani. Per quanto riguarda la mortalità per PM2,5, in particolare, al primo posto c’è Brescia, seguita da Bergamo, Torino e Milano Milano Area Metropolitana al quinto posto. A registrare il maggiore tasso di mortalità in assoluto per NO2 è Madrid. Lo studio ha stimato, inoltre, l’impatto della riduzione di NO2 sulla mortalità a livello di singole città.