Tensione nei rapporti fra Parigi, Washington e Camberra

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Di Stefan Grobe
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L'Unione europea si schiera dietro Parigi, ma Borrell cerca di recuperare i rapporti con Washington dopo la "crisi dei sommergibili"

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Quando l'Unione europea colpisce con il suo bastone finanziario, le persone ascoltano, anche coloro che disprezzano quasi tutto ciò che l'UE rappresenta. Una regione nel sud della Polonia ha revocato una risoluzione anti-Lgbt vista la minaccia di perdere i finanziamenti europei.

La regione, come decine di comuni polacchi, si era dichiarata zona libera da LGBT. Inutile dire che i leader europei hanno severamente denunciato le risoluzioni e Bruxelles ha sospeso i negoziati sul pagamento dei fondi del programma di recupero. Nessun rispetto per i valori europei, niente soldi: semplice.

Su un'altra controversia tra Bruxelles e Varsavia, vale a dire il primato del diritto dell'UE sul diritto polacco, la Corte costituzionale polacca questa settimana ha rinviato il procedimento. La presidente ha affermato che la Corte ha bisogno di più tempo per esaminarlo – alcuni lo hanno interpretato come un buon segno a favore della lo stato di diritto.

Nessuna sorpresa: anche qui sono in gioco i fondi europei.

Certo, ci sono cose che nemmeno i soldi europei possono comprare: una di esse è un posto al tavolo dei potenti.

La decisione del governo australiano di rescindere un massiccio contratto per l'acquisto di sottomarini dalla Francia, per onorare un accordo con Stati Uniti e Gran Bretagna, ha innescato una grave crisi di fiducia tra alleati storici.

Per i francesi è stata la fine senza cerimonie di quello che avevano soprannominato “il contratto del secolo”. Delusi anche gli europei, dopo aver sperato che l'era Trump, quella delle brutte sorprese, fosse finita.

Questa settimana, l'Assemblea generale annuale delle Nazioni Unite ha offerto opportunità di tornanre a guardarsi negli occhi e parlarsi.

Ecco il capo della politica estera dell'Ue Josep Borrell a colloquio con il segretario di Stato Usa.

Così Josep Borrell: "Parleremo di vari problemi e di come possiamo costruire una maggiore fiducia tra noi anche alla luce della conversazione intercorsa tra il presidente Biden e il presidente Macron. Sono sicuro che lavoreremo insieme".

Non so voi, ma questo non si può certo chiamare entusiasmo. 

A proposito di rapporti burrascosi è con me David O'Sullivan, esperto di commercio internazionale ed ex ambasciatore europeo negli Stati Uniti

Euronews: "I presidenti Macron e Biden hanno parlato al telefono questa settimana e poi hanno rilasciato una dichiarazione di conciliazione. La crisi è finita?"

David O'Sullivan: "Penso che la crisi immediata sia finita. Si spera che questa telefonata sia riuscita a riconciliare le due parti. L'ambasciatore francese che tornerà a Washington, penso sia una buona cosa. Da questo punto di vista sì. Ma d'altra parte, penso che le implicazioni e le ramificazioni di questa crisi continueranno ad avere un impatto nei prossimi mesi".

Euronews: "L'intera faccenda è stata descritta in Francia come "manovre anglosassoni contro l'Europa continentale". Non è un po' una forzatura, dato che la condivisione dell'intelligence anglosassone è un dato di fatto dalla seconda guerra mondiale?"

David O'Sullivan: "Penso che la Francia abbia perfettamente il diritto di sentirsi molto arrabbiata per il fatto che tutto questo sia stato fatto in un modo estremamente maldestro. Non la vedo come una cospirazione anglosassone. Certo, è vero che da una parte c'è il mondo anglosassone di Stati Uniti, 'Australia e Regno Unito. Ma come dici Lei, questo esiste da molto tempo. Non credo che fosse deliberatamente mirato contro la Francia. Però erano loro che avevano sottoscritto il contratto, poi abbandonato a favore di questo nuovo accordo. Quindi, sì, se fossi stato francese, mi sarei sentito molto offeso, in particolare dal modo in cui tutto questo è stato fatto quando il presidente Biden si è scusato proprio per questo".

Euronews: "I francesi si sentono umiliati perché qualcuno li ha fatti fuori?"

David O'Sullivan: "Ciò che colpisce di questo è che l'America, il Regno Unito e gli australiani non vorrebbero coinvolgere la Francia come partner in questo tipo di accordo perché è uno dei pochi paesi europei con legami reali con la regione. Hanno truppe delle truppe nella regione. Pattugliano regolarmente quelle acque. Sono uno dei pochi paesi rimasti nell'Unione Europea con una seria capacità militare. E paradossalmente, sulla Cina, la Francia è stata più intransigente rispetto, ad esempio, alla Germania. Quindi per tutti questi motivi, ho pensato che avrebbero significato che avrebbero voluto coinvolgere in qualche modo la Francia, piuttosto che tagliarla fuori. Penso che i francesi abbiano il diritto di chiedersi quale fosse esattamente la logica dietro questo. Ritengo che molti commentatori, anche negli Stati Uniti, si stiano chiedendo che cosa esattamente si volesse ottenere con questo comportamento".

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Euronews: "Gli altri europei si schierarono diligentemente con la Francia e basta. Qual è la lezione appresa per l'Europa?"

David O'Sullivan: "Penso che la lezione per l'Europa sia la lezione che stiamo imparando da tempo, ovvero che gli Stati Uniti sono il nostro più stretto alleato. La NATO è cruciale, ma gli Stati Uniti stanno cambiando. La loro preoccupazione è sempre più l'Indo-Pacifico. È l'Asia, è la Cina. E stanno anche diventando leggermente più transazionali, anche sotto il presidente Biden. Dobbiamo riconoscerlo in Europa. Dobbiamo assumerci una responsabilità più grande per la nostra sicurezza e difesa di quanto non sarebbe stato altrimenti, il che non è mettere in discussione la NATO o l'alleanza transatlantica, ma dire che dobbiamo fare di più".

David O'Sullivan, ex ambasciatore dell'UE a Washington, grazie per aver parlato con noi.

Per chi ama il teatrino politico, le turbolenze all'interno dell'alleanza occidentale sono state divertenti.

Forse solo condita da ciò che sta accadendo sull'isola spagnola di La Palma da giorni ormai.

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Dopo essere rimasto inattivo per 50 anni, il vulcano Cumbre Vieja ha eruttato con piena forza.

Migliaia di persone hanno dovuto essere evacuate, mentre la lava fusa scendeva lungo il fianco della montagna, distruggendo tutto sul suo cammino.

La gente del posto e i soccorritori possono solo guardare con soggezione. Non c'è niente, assolutamente niente che le autorità possano fare per impedire la scomparsa delle case, dei campi, delle proprietà.

Tra pochi giorni, si prevede che la lava raggiunga il mare, innescando potenzialmente più esplosioni e gas tossici.

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