Taxi driver a Amsterdam, lo schiaffo di un tribunale a Uber

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Diritti d'autore Nam Y. Huh/AP
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Di redazione italiana
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La sentenza favorevole ai tassisti: sono dipendenti a tutti gli effetti. Uber annuncia "ricorriamo in appello"

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I tassisti che lavorano per Uber rientrano sotto l'ala protettiva della convenzione collettiva di lavoro.

Così ha deciso un tribunale di Amsterdam che ha chiesto alla piattaforma di rimettersi in riga pagando una multa da 50 mila euro alla federazione sindacale olandese che si è rivolta alla giustizia.

Uber incassa per il momento ma annuncia di ricorrere in appello. 

Il manager per il nord Europa, Mauritz Schonfeld, dichiara di essere deluso dalla sentenza, perché lui sa per certo che la maggiorparte dei tassisti vogliono conservare la propria indipendenza e non vogliono rinunciare all'autonomia lavorativa. Per cui nell'interesse stesso dei tassisti, Uber ricorrerà in appello. 

Per il sindacato la sentenza invece dà ai tassisti una copertura previdenziale che non hanno in caso di malattia o in caso di scadenza del contratto. I conducenti che lavorano per Uber nella sola Amsterdam sono circa 4000. 

Una sentenza simile si era avuta Oltremanica a febbraio, l'Alta corte definiva i tassisti dipendenti di Uber e non lavoratori autonomi.

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