Ue lancia piano da 800 miliardi per finanziare Next generation Eu

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Di Susan Dabbous
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Il Commissario al Bilancio Hahn: gli Stati accelerino le ratifiche

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Recovery fund in dirittura d'arrivo. Bruxelles è pronta ma gli Stati membri no. La Commissione europea ha dichiarato questo mercoledì di poter partire con il piano di aiuti già dal prossimo luglio ma dieci Stati membri devono ancora ratificare il Next Generation Eu che autorizzerà l'Unione europea da qui al 2026, a prendere in prestito 800 miliardi di euro emettendo titoli di debito comune.

Finora mancano all'appello 10 Stati membri che non hanno ancora adottato il provvedimento, tra questi c'è la Germania dove l'Alta Corte ha sospeso la legge per dubbi di costituzionalità sul debito comune.

Ma il Commissario europeo al bilancio Johannes Hahn si dice fiducioso.

“È stata la Cancelliera tedesca Merkel, insieme al presidente francese Macron, a favorire l'istituzione di questo strumento finanziario. Ora finalmente lo abbiamo creato – afferma - Sono molto fiducioso che la Corte costituzionale tedesca scioglierà la sua riserva in tempi utili”.

Per gettare le basi normative di questo provvedimento inedito della politica comunitaria, la Commissione si è basata sull' articolo 122 del trattato di Lisbona, che affronta proprio il tema del debito degli Stati e che è stato oggetto delle preoccupazioni dei giudici tedeschi. “Per questo – prosegue Hahn - credo che non ci siano grandi ostacoli per l'adozione del testo anche nel parlamento della Germania”.

Per ricevere il denaro, gli Stati membri devono presentare i loro piani di riforma entro la fine di aprile, focalizzando gli investimenti principalmente su green economy e digitale. Due terzi degli Stati membri hanno già inviato i loro piani a Bruxelles.

“E quello che abbiamo potuto appurare nei piani di investimento che ci sono arrivati è che tutti gli Stati membri hanno soddisfatto i criteri che erano stati assegnati – commenta ancora il Commissario Hahn - Quel manca, ad essere franchi, è un po' più di ambizione e lungimiranza sul piano delle riforme".

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