Il parlamento ha approvato una mozione di censura: "Non ha detto la verità"
Si allontana la prospettiva di formare un nuovo governo, per Mark Rutte, primo ministro dei Paesi Bassi, dopo che il parlamento ha approvato a maggioranza un documento in cui lo si accusa di non aver detto la verità durante i colloqui preliminari.
Respinta invece una mozione di sfiducia, che se approvata avrebbe costretto Rutte, uscito vittorioso dalle elezioni del 17 marzo scorso, alle dimissioni.
A rincarare la dose anche Sigrid Kaag, leader del secondo partito olandese, che si è detta non più così sicura di voler continuare a collaborare col primo ministro, accusato di aver manovrato per assicurarsi il sostegno di politici un tempo a lui ostili.
Un invito a rinunciare al tentativo di formare un nuovo esecutivo gli è poi arrivato da Geert Wilders, esponente dell'estrema destra razzista, che nel suo intervento ha definito Mark Rutte "un uomo solo".
Il primo ministro tuttavia non getta la spugna. "Il Parlamento mi ha dato un messaggio serio e farò del mio meglio per riconquistare la fiducia", ha detto nel corso del dibattito.